di Laura Bulleri
Diventare genitori è un desiderio di molti. Ci immaginiamo il bambino ancor prima di metterlo in cantiere. Lo sogniamo bello, sano e felice.
Quando il desiderio diventa realtà, ci assalgono le ansie e le paure. Ma la Natura ci prende per mano e nel caso migliore nasce nostro figlio.
Può anche succedere però che la Natura scompigli i nostri progetti e il bambino che si era affacciato nella nostra vita muoia prima del termine per cause ignote o per una malformazione. Di colpo la nostra potenza creativa viene annientata e torniamo ad essere un piccolo anello della infinita catena dell’esistenza. Nella procreazione siamo Natura e il nostro volere è determinante ma non decisivo. Ognuno di noi ha un bagaglio genetico, le aberrazioni esistono e quando si evidenziano ridimensionano la nostra capacità di incidere sulla realtà suggerendo la presenza di un grande disegno che ci trascende. In caso di patologie e disturbi della gravidanza la medicina interviene e salva molte vite, ma non può risolvere tutti i casi e nulla può, come del resto la madre, di fronte alla morte in utero o in culla o a gravi malformazioni .
Quei genitori di colpo non aspettano più il figlio, perché se ne è andato portandosi via il senso del loro futuro. Negli ospedali smaltiscono in fretta questi bambini e li definiscono “ mai nati” , trascurando il fatto che spesso le madri devono partorire feti senza vita di sette o anche nove mesi. Per quelle madri e quei padri i loro bambini sono nati e incidono le loro anime per sempre. Lasciano un vuoto incolmabile che non ha parole per essere descritto. Nelle famiglie colpite si fa di tutto per “distrarre” i genitori interrotti. Ma non è quello che serve. Per quei genitori inizia un lungo tempo di sofferta solitudine dove si arrabatteranno per darsi pace e accettare l’infausto destino.
Quel dolore non si placherà neppure con la gioia di un successivo parto riuscito.
Abbiamo voluto raccontare questo dolore perché i genitori mancati sono tanti, nascosti, invisibili, timorosi di raccontarsi, di far partecipe il mondo che gli è prossimo della scomparsa improvvisa, imprevista, sorprendente di una parte di se stessi in quell’essere che non hanno avuto la possibilità di crescere.
Un lutto pre e perinatale è difficile da elaborare; è un’esperienza che lascia un segno profondo, ma da cui si può trarre, più spesso di quanto si creda, una forza e una vitalità inimmaginabili al momento della mancanza del figlio. Nel percorso di molti genitori interrotti possiamo scorgere il processo evolutivo di un grande e inatteso dolore, che viene attraversato con pazienza e depurato dalla sua tossicità, fino a restituire un senso vitale a quello che inizialmente ne sembrava privo.
LAURA BULLERI, ANTONELLA DE MARCO,
Le madri interrotte
FrancoAngeli Editore