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Il parlamento è un luogo educativo e non un pollaio

forca

di Frank Sirti

Qualche intemperanza qua e là nella storia del parlamento italiano l’abbiamo vissuta, ma non è diventata un’abitudine né una degenerazione costante del comportamento.

Da  alcuni anni però il tempio della democrazia e della politica italiana da luogo simbolico della sobrietà, della compostezza e del messaggio educativo per il paese, è diventato un luogo di piazza, sede comiziante, talvolta volgare e arrogante, sede cabarettistica di performance, caricatura e simulazione di teatranti improvvisati, palcoscenico per personaggi che in altre epoche sarebbero state classificate, con estremo garbo, delle emerite nullità.

Ed è così che si assiste a baruffe da cortile, rintuzzamenti volgari, aggressioni, insulti, offese di ogni genere, vetrina espositiva di cartelli, luogo in cui si lanciano monetine, cioccolatini, si esibiscono simboli di parte o di fustigazione da brandire contro vicini banco. Insomma, un vero bordello direbbe qualcuno.

Ora sarebbe il momento che si ripristinassero e si regolassero in modo adeguato il sistema dei comportamenti deontologici della politica sia nelle espressioni sia nelle relazioni tra  singoli o gruppi di parlamentari. Il parlamento è un luogo che dovrebbe rappresentare l’emblema del rispetto delle posizioni altrui, dentro un contesto che può generare dialettica accesa e contrapposizioni forti.

A volte si resta impietriti di fronte a forme degenerate di comportamento e a volgarità lontane anni luce da ruolo che il rappresentante del popolo deve tenere all’interno di un luogo che decide gran parte del destino dei singoli e delle comunità.

E’ chiaro che tutto ciò è frutto della spettacolarizzazione mediocre e squallida della politica, della caduta di pensiero che trascina con sé la caduta di stile e la degenerazione del linguaggio, dell’arroganza del potere e della immaginazione d’essere parlamentari e, pertanto, esseri superiori, dotati di supremazia su tutti e su tutto.

Rieducatevi cari parlamentari e rimettete al centro dei vostri comportamenti la sobrietà come forma educativa di civiltà e ripartite proprio dalla sobrietà per riportarvi nell’alveo della politica con la dignità che questo termine imporrebbe.

E non per “bacchettonismo sociale”, moralismo fustigativo, ma per onorare una funzione che vi è stata assegnata, spesso senza merito, da un sistema elettorale che vi ha risucchiato nel vortice del vostro inadeguato e pernicioso comportamento.

 

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Mauro Carabelli

Giornalista

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