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Cina, le contraddizioni in seno al popolo

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(Foto:parolibero.net)

Spuntano le opere d’arte, lusso femminile, super ricchi a 38anni e tanti poveri

Mai e poi mai Mao, nell’immaginare il futuro, avrebbe supposto una società cinese così polarizzata come nella quasi totalità del vituperato occidente e in così breve tempo. Pensate: donne cinesi che fanno regali di lusso superando la tradizionale supremazia degli uomini, dominano il mercato raggiungendo quasi la metà di tutti gli acquisti influenzando il mercato per una cifra che si aggira intorno ai 14 miliardi di dollari, si lanciano negli acquisti di cosmetici, profumi e abbigliamento femminile.

E tutto ciò si verifica anche in presenza di un rallentamento dell’economia che segnala una certa spinta all’austerità, tanto che le autorità cinesi vietano ai funzionari pubblici di farsi protagonisti di spese esagerate e malgrado si sia registrata una contrazione dei consumi per “cadeaux” del 25 per cento rispetto all’anno scorso. Quattrocento milionari cinesi – di cui 41 super ricchi vantano  un reddito annuo di 16 milioni di dollari,mentre gli altri si fermano a soli 1,6 milioni di dollari – con un’età media di 38 anni, hanno speso per regali il 15 per cento in meno rispetto al 2013.

Nei primi posti della scala degli acquisti dei ricchi cinesi ci sono i vini, orologi, articoli di moda per le donne, senza disdegnare la propensione ai viaggi che continua a scalare le classifiche dei desideri dei cittadini dagli occhi a mandorla. E senza volersi far mancare lo sport. Ma non quello popolare bensì il blasonato golf, che, certamente, non verrà praticato in luoghi in cui si usa la mascherina antismog per poter sopravvivere in salute.

E fin qui siamo nella scia della ricerca condotta da Bain & Co e riportata da Red Luxury. E’ evidente che restano fuori dalla ricerca i quasi 200 milioni di cinesi che vivono in povertà e le centinaia di migliaia che lavorano oltre i limiti del possibile, in ambienti non del tutto sicuri e con tassi d’inquinamento da rabbrividire. Inquinamento che ormai si dirige, come prodotto nuvoloso d’esportazione gratuita, con sempre maggiore frequenza, verso i luoghi più vicini della disinvolta America.

E con questa realtà non fa certo “pendant” la vocazione dei neo ricchi a procurarsi costose collezioni di orologi e chissà perchè proprio gli orologi, mentre spunta anche una propensione all’acquisto di opere d’arte come accadeva nel mondo occidentale, soprattutto ai ricchi nostrani che spendevano cifre stratosferiche per esibire pareti casalinghe cariche di dipinti di De Chirico, Modigliani e Dalì.

La ricchezza è sacrosanta e nessuno può pensare di ridimensionarla per motivi ideologici o per idiosincrasia nei confronti di persone dai dobloni d’oro. E’ che, forse, una maggiore attenzione alla povertà, ai diritti civili delle comunità cinesi, una condizione più umana di lavoro accompagnata da attenzione alla sicurezza non dispiacerebbe e non solo in Cina.

 

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Mauro Carabelli

Giornalista

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