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ACQUA: UNA RISORSA IN EQUILIBRIO TRA CULTURA ED ECONOMIA

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acqua

(di Francesca Bianchi)

Nella mattinata del 3 ottobre, presso l’Aula Magna dell’Uninsubria di Varese si è svolto un interessante convegno sulla risorsa acqua e il suo non facile equilibrio tra cultura ed economia,  realizzato dall’Università degli Studi dell’Insubria,  l’Università Cadi Ayyad di Marrakech,  Reti, Aisu (Associazione Interculturale Sviluppo Umano) ed Expo Village, che ha visto come protagonista l’acqua, una delle risorse indispensabili del nostro pianeta.

Nel corso dell’esplorazione a tutto campo dell’elemento acqua,   si sono  susseguiti gli interventi del professor Giulio Facchetti, docente di Linguistica e Semiotica nel Corso di Laurea di Scienze della Comunicazione e coorganizzatore del convegno,  Ciro Calemme (amministratore unico di ASPEM Reti), Silvana Galassi (Yacouba per l’Africa), Giuseppe Crosa (Università dell’Insubria), Federico Pasquaré Mariotto (Università dell’Insubria), Raffaele Nurra (presidente di ExpoVillage), Andrea Spiriti (Università dell’Insubria), Federica Chiesa (Università degli Studi di Milano) e Serena Zàccara (Università dell’Insubria).

“Acqua: forza della natura, linguaggio della natura” , argomento questo fin troppo bistrattato nei paesi industrializzati,  che ha offerto tuttavia l’occasione a molti  partecipanti ed esperti di illustrare, ognuno secondo un diverso punto di vista, le tante sfaccettature che compongono un elemento così vitale ma anche quale inquietante destino potremmo determinare se non saremo in grado di gestire con saggezza questa energia  naturale.

 Se è vero, infatti, che i paesi industrializzati  dispongono dell’acqua in grandi quantità, utilizzandola sia per la produzione di beni (per esempio nel settore agricolo e  industriale) sia per la quotidianità dei loro abitanti, è altrettanto evidente che non tutti al mondo possono vantare una simile fortuna.

I paesi più poveri non dispongono delle strutture e delle tecnologie necessarie nemmeno per poter realizzare strumenti d’approvvigionamento delle acque piovane tali da garantir loro una maggior autosufficienza nella stagione secca, periodo questo che si fa sempre più lungo anche a causa dei cambiamenti climatici in atto negli ultimi anni.

E’ noto infatti come il nostro pianeta, nel corso dei millenni, abbia sempre subito mutamenti concernenti la temperatura e i fenomeni atmosferici, ma questi non sono stati mai  così tanto rapidi da quando l’uomo ha iniziato ad operare cambiamenti radicali nell’ambiente quasi sempre per esigenze legate all’espansività industriale.

Dunque, sebbene siano le zone sottosviluppate a sopportare maggiormente le conseguenze della penuria d’acqua, altri disastri naturali  hanno colpito molte parti del pianeta, comprese quelle dei paesi più sviluppati, alzando drasticamente il livello d’allarme tanto da muovere con forza i mass media e costringere  l’opinione pubblica ad accostarsi con più attenzione e sensibilità al problema.

In questo incontro non si è analizzata la risorsa idrica unicamente da un punto di vista socio-economico, bensì è stata presa in considerazione anche il ruolo che l’acqua ha saputo sempre  rivestire nell’ambito culturale, nel passato  come  nel presente,  rivelando quel legame indissolubile che continua a intrecciare la città e l’acqua in un binomio perfetto.

Molte città sorgono infatti  nei pressi di vaste distese o di importanti corsi d’acqua dai quali spesso sono attraversate.  Aspetto questo che le ha fatte  sviluppare anche nel solco di una ricca tradizione simbolica, nel campo culturale come in quello religioso, indicatrice dell’ importanza attribuita a questo elemento fin dall’antichità.

Sono numerosi  i reperti e le testimonianze tramandate nei secoli che testimoniano come l’acqua giocasse un ruolo chiave nelle molte forme di culto risalenti fin dalla preistoria. Ma l’utilizzo “profano” dell’acqua  si è affermato tanto quanto le sue celebrazioni sacre, per esempio nella razionalità della civiltà romana così come nell’ottimizzazione delle funzioni sociali e produttive pianificate nei secoli a seguire dai paesi del primo mondo.

Infatti, come mezzo di sostentamento, forma di difesa, comunicazione e commercio, ma anche di aggregazione sociale, l’acqua è sempre stata in grado di conferire potere e prestigio a chi sapeva controllarla e sfruttarla al meglio per gli usi propri e per quelli della popolazione. Oggi, possiamo solo sperare che l’estensione dell’uso dell’acqua in questa direzione non diventi un inaccettabile strumento di potere. 

 

 

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Mauro Carabelli

Giornalista

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