0

STURMTRUPPEN, OVVERO I PUFFI IN DIVISA

2sturm

(di Kenji Albani)

Avete presente il villaggio dei Puffi? In quel villaggio nella foresta abitano il Grande Puffo, il Puffo Quattrocchi, Puffetta, il Puffo Forzuto, il Puffo Vanitoso… Ecco, immaginate che i puffi non abbiano più la pelle blu e quegli abiti bianchi, che siano esseri umani con divisa ed elmetto tedeschi della 2° Guerra Mondiale. Immaginate che il Grande Puffo diventi un capitano della Wermacht ottuso e arrogante, il Puffo Quattrocchi un sergente sadico, Puffetta una prostituta nota come “mignotta pubblichen” e via dicendo. Queste sono le Sturmtruppen!

Le Sturmtruppen sono dei soldati tedeschi che si muovono in una landa desolata e fangosa, vivono in trincee a tu per tu con le intemperie della natura oppure combattono nel deserto Nord Africano, sono tiranneggiati dai graduati e hanno tutti nomi come: Franz, Heinz, Otto, Fritz… Non parlano tedesco. Parlano un italiano tedeschizzato con parole terminati in “en” e usano parole tedesche quali “ja”, “nein” e “und”. Sono disegnati tutti uguali e differiscono per alcuni piccoli dettagli (occhialoni o mimetismi sugli elmetti o alcune caratteristiche da cui si può intuire il ruolo o il soprannome. Per esempio: il cuoco ha un cappello da cuoco). Questo non vale per i graduati e gli alleati: il fascista, opportunista e mellifluo Fiero Alleaten Galeazzo Musolesi e il Nobile Alleaten del Sol Levante che fa foto dappertutto.

I personaggi delle Sturmtruppen, presi singolarmente, hanno dunque delle caratteristiche proprie che gli altri non hanno, che spiccano nelle strisce in cui sono protagonisti. E spesso mostrano solo la loro propria caratteristica senza un approfondimento psicologico, questo a meno che non cada in un cliché comico.

Il disegnatore, Bonvi, ha il pregio di raffigurare esattamente le armi e i mezzi della Wermacht pur presenti in contesti o con elementi anacronistici: le strisce mostrano trincee della 1° Guerra Mondiale e gli aerei sganciano bombe al napalm! Inoltre non è chiaro contro chi combattono: in una striscia si vedono dei carri armati Sherman americani mentre in altre si capisce che il nemico è comunista.

Non sono delle vere e proprie storie. Sono strisce spesso costituite da una sola vignetta con un messaggio umoristico autoconclusivo. Spesso poi c’è un prosieguo in cui si vede cosa accade al protagonista. Più tardi, negli anni ’80 le strisce diventano tavole e le storie diventano più articolate.

In queste strisce sono affrontati temi cari a Bonvi: l’ottusità dei militari, l’arroganza degli ufficiali, l’orrore della guerra. Ma non sono affrontati seriamente, bensì in maniera ironica e grottesca, con dell’umorismo nero che strappa sempre le labbra seppur i protagonisti siano disintegrati da bombe o mine o siano schiacciati dai Panzer. Sono surreali e spesso i personaggi si rivolgono all’autore stesso. Sono infine una parodia della guerra. Le Sturmtruppen sono anche influenzate dall’attualità: nei primi anni ’90, quando nell’Esercito Italiano iniziarono ad accedere le donne, ecco spuntare le prime soldatesse. Inoltre nelle strisce degli anni ’70 e ’80 si nota l’influenza della commedia sexy italiana e dei film splatter.

Ma chi era Bonvi? All’anagrafe Franco Bonvicini, Bonvi nacque nel 1941 a Modena e dimostrò da sempre una grande passione per il disegno. Egli creò personaggi noti quali Cattivik e Nick Carter (quest’ultimo con l’amico Guido De Maria). Ma la sua creazione più nota sono le Sturmtruppen, la cui prima striscia risale al 2 ottobre 1968 (1968, anno emblematico). Qualche mese dopo la striscia n. 1 fu pubblicata su Paese Sera e poco dopo su L’Ora. Bonvi era appassionato di cimeli militari, servì inoltre la patria come sottotenente carrista, ma al tempo stesso non sopportava il militarismo e l’inquadramento nei vari campi della società. Fu eletto al consiglio comunale di Bologna fra le fila del PCI nel 1985 ma poi si dimise disgustato dagli intrallazzi politici. Ma questo non fu il suo primo impegno politico: nel 1976 L’Unità pubblicò una sua vignetta contro la Coppa Davis che si disputava negli stadi cileni dove pochi anni prima Pinochet trucidava gli oppositori politici. Inoltre a metà anni ’80 respinse la proposta del consolato sudafricano di pubblicare le Sturmtruppen in Sudafrica. A Bonvi l’Apartheid non era mai piaciuta. In poche parole Bonvi era un anarchico fantasioso, di quelli che arrivano incanutiti ma che sognano ancora il ‘68.

Purtroppo Bonvi morì nella notte fra il 9 e il 10 dicembre 1995, investito da una macchina a Bologna, lasciando le Sturmtruppen sospese alla tavola 5965, mentre pare che ce ne siano altre, rimaste inedite.

Negli anni seguenti la sua eredità fa raccolta da Leo Ortolani e Clod (nome d’arte di Claudio Onesti) che pubblicarono alcune storie su Il Giornalino, così perdendo il fascino originale delle Sturmtruppen. Invece le vecchie strisce sono pubblicate in raccolte edite dalla Biblioteca Universale Rizzoli.

 

 

Share Button

Mauro Carabelli

Giornalista

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *