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IL SINODO DI FRANCESCO NEL 2014: IL PAPA PREGA PER LE FAMIGLIE

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(di Cinzia Guerra) Il sinodo di Papa Francesco sulla famiglia e altri temi è cominciato il 5 ottobre 2014.

All’appuntamento molti Cardinali e Vescovi, 253 in tutto, venuti da ogni parte del mondo.

E’ cominciato con la veglia di preghiera in S. Pietro per il Santo Padre e perché i lavori potessero compiersi nel miglior modo possibile.

La messa di inaugurazione poi si è svolta nella Basilica Vaticana e oltre ai padri sinodali, erano presenti anche i laici chiamati a partecipare ai lavori.

Il centro del sinodo era l’identità della famiglia, i giovani, l’educazione, le unioni di fatto, la comunione ai divorziati, i matrimoni gay, la violenza sulle donne, i bambini abbandonati, le disparità di culto, la dipendenza dai social network e l’azzardo.

Il documento sul quale si è lavorato era la “Relatio ante disceptationem”.

Bergoglio ha ribadito che il sinodo “è evento di grazia, nel quale la collegialità episcopale si manifesta in un cammino di discernimento spirituale pastorale”, disponibilità a un confronto sincero, aperto e fraterno é quello di mantenere lo sguardo fisso su Gesu’.

Tutto ciò è stato anticipato dalle parole di saluto del Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova, presidente della CEI e Padre sinodale.

Sempre Bagnasco ha sostenuto che la famiglia è una sfida globale e che anche la preghiera è un atto di vicinanza al sinodo.

I temi urgenti sono stati la gioia, la fecondità, l’educazione ai figli, la scuola, e le coppie.

Francesco ha sostenuto che il matrimonio e la famiglia sono maltrattati e disprezzati.

Nell’”Instumentum Laboris”, presentato lunedì documento dove sono contenuti gli argomenti, è un lavoro provvisorio che riguarda soprattutto le persone omosessuali, argomento molto suscettibile.

Anche Paolo VI aveva sostenuto a suo tempo che la famiglia è una piccola scuola di vita e S. Giovanni Paolo II avrebbe detto qualche anno più tardi nella “Redemptor Hominis” che la famiglia è la prima e fondamentale via della chiesa.

Bagnasco ha anche aggiunto che è sbagliato ridurre i lavori del sinodo alla “prassi sacramentali dei divorziati risposati”.

Sulla stessa linea troviamo altre figure.

Nell’”Instumentum Laboris” si diceva che le persone divorziate e risposate che rivogliono il sacramento dell’eucaristia riguarda un numero minimo di persone.

Il documento, segnala anche come problema il contrasto tra i valori proposti dalla famiglia e la situazione sociale e culturale in tutto il pianeta.

Nel 2015 comunque ci sarà il Sinodo Ordinario che dovrà dare risposte adeguate.

Il Papa ha anche detto che fra chiesa e famiglia serve un nuovo patto di collaborazione e deve fare da educatore.

Dopo la consegna del discorso scritto si è molto dibattuto mettendo la famiglia al centro.

I pastori e le famiglie devono lavorare insieme con spirito sincero e umile perché le comunità parrocchiali devono diventare “famiglie di famiglie”.

Viene ribadito che i genitori sono educatori dei loro figli e devono educarli con convinzioni morali e religiose.

La novità è la modalità democratica con la quale sono state raccolte le informazioni che arrivano dai cinque continenti.

I lavori si sono concentrati su temi come le convivenze prematrimoniali, la comunione ai divorziati e risposati, le unioni di persone dello stesso sesso e i bambini che vivono all’interno di coppie omosessuali.

Temi delicati trattati senza mettere alcun tabù pregiudiziale ribadendo sempre che è bene parlarne fuori e dentro la comunità ecclesiale.

Nella “Relatio ante Disceptationem” a cura del Cardinal Peter Erdò Arcivescovo di Estztergan- Budapest si dice che la famiglia non è un modello così “fuori corso”e la chiesa guarda con speranza e misericordia.

Hanno poi partecipato due coniugi già nonni, responsabili nazionali della rete del CPM (centri di preparazione al matrimonio) che hanno portato la loro esperienza e le cifre sui matrimoni.

Si è detto poi che la più grande prova per la famiglia è la solitudine che distrugge e provoca impotenza in senso socio-economico.

Necessario e urgente annunciare il Vangelo alla famiglia.

In definitiva, in Sinodo che si è chiuso sabato 18 ottobre si è diviso sull’accoglienza delle coppie omosessuali e un accordo non ancora arrivato sulla questione della comunione ai divorziati risposati.

Forse non ci si poteva aspettare che con il Sinodo si potessero risolvere tutti i punti indicati, anche perché questi ultimi due sono molto delicati e richiedono profonda riflessione e preghiera ispiratrice.

Possiamo però sperare che possano venire riconsiderati al più presto e che la chiesa come istituzione possa prendersi tutto il tempo per poter sciogliere questi nodi.

Questo vale per le coppie gay, mentre per i divorziati si spera che possano presto gustare di nuovo l’eucaristia e che possa donare loro gioia e serenità in quanto corpo e sangue di Cristo.

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Mauro Carabelli

Giornalista

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