0

BE- BOP- A – LULA

 

gene

Foto da:  eil.com

GENE VINCENT: PIONIERE DELLA RIVOLUZIONE

(di Veronica Perazzolo)

Nel 1935 nasce e cresce in Virginia Gene Vincent, pioniere del primo rock n’ roll e del Rockabilly.

Mi piace pensare che il suo spirito rivoluzionario ed anticonformista gli sia stato trasmesso proprio dal suo stato natio, pioniere anch’esso della fondazione degli Stati Uniti.

Quando si parla di rock realtà ed eventi romanzati spesso si fondono insieme.

Il suo spirito rivoluzionario si chiamava Rockn’roll: si, proprio quello fatto di ciuffi voluminosi che ricadono sulla fronte, catene d’argento con medaglione e colletti a punta, quello che noi più giovani ricordiamo grazie alla scena epica del film “ Ritorno al futuro”, quando Marty McFly  prende in mano quella chitarra rossa dicendo ai musicisti neri “ok ragazzi, questo è un blues con il riff in Si perciò occhio agli accordi e statemi dietro!”.

Era questa la musica, quel ritmo incalzante che per la prima volta diede significato alla parola “ritmo”.

Era la musica che piaceva a tutti, a prescindere dall’etnia.

Fino a poco prima i bianchi facevano la loro musica mentre i neri si dedicavano ai toni malinconici del blues e del soul.

La sua formazione musicale è fortemente influenzata dai ritmi incalzanti del country e da quelli “bluesy” del gospel.

Nel 1956 inizia a suonare in un gruppo locale e compone la famosa “Be-Bop-A-Lula” che rappresenta insieme a “tutti frutti” di Little Richard, la più straordinaria onomatopea legata alla musica popolare.

Si stavano vivendo i primi albori della musica libera, si sentiva il profumo di cambiamenti e rivoluzioni oltre al benessere comune.

L’integrazione razziale, l’amore libero, il potere femminile erano ideali ancora allo stato embrionale ma pronti a vivere.

Vincent era quello che assomigliava di più negli atteggiamenti e nel “phisique du role” a Elvis Presley.

Buddy Holly era considerato troppo perbene, con i suoi grandi occhi e i modi galanti; Bill Haley era troppo scontato e banale, con il suo ciuffo finto; Jerry Lee Lewis era diventato difficile da gestire nonché folle; Chuck Berry e Little Richard erano neri mentre Gene Vincent era perfetto, scatenato e originale.

Nonostante la sua andatura claudicante, dovuta ad una ferita in guerra, il suo ritmo seguiva il suo cuore e non perdeva un colpo.

Come il suo ritmo, così rapido ed incalzante, cosi fu anche la sua carriera e la sua vita: come una meteora, la sua parabola fu veloce, troppo veloce.

Regalò al mondo i suoi ultimi respiri fatti di musica: incise a cappella quattro brani, soffrenti e carichi di amore.

Poco dopo ci lasciò a soli trentasei anni, dopo aver regalato al mondo la sua musica.

Era la musica del cuore e lui sapeva come farla, era rockn’roll.

“beh, lei è la ragazza con i jeans rossi, lei è la regina dei ragazzini” (Cit. Be-Bop-A-Lula, Gene Vincent).

https://youtu.be/BQg9Gfmsg7U

Share Button

Mauro Carabelli

Giornalista

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *