(di Cinzia Guerra) Mai come oggi è tempo di preghiera, ci raccomanda Papa Francesco, definendola “il lamento” per i cristiani del nostro tempo. Non basta parlarne: dovrei pregare di più…, vorrei farlo, ma mi manca il tempo.
Il cuore umano infatti cerca la preghiera anche senza saperlo e se non la trova, continua a non avere pace.
Bisogna allora come dice Francesco coltivare nel cuore un “amore caldo” per Dio, un amore affettivo. Questo è il rapporto che si instaura con la preghiera.
E proseguendo nel suo ragionamento, Francesco ci esorta a riflettere per chiederci se rivolgiamo sufficiente attenzione soprattutto nella comunicazione con il Signore, qual è appunto la preghiera, giungendo al punto di commuoverci, stupirci e intenerirci.
Ecco perché lo spirito di preghiera abita in modo decisivo nel comandamento “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, l’anima e le forze” tanto da pensare a Dio come a una carezza che ci tiene in vita e dal quale neppure la morte ci può distaccare.
“Solo quando Dio è l’affetto” ci rammenta il Papa, il significato di queste parole diventa pieno.
Per un cristiano così fiduciosamente aperto, coltivare una percezione di questo genere è davvero impressionante perché lo accompagna nella strada della vita proteggendolo e amandolo.
Se il cuore è abitato dall’affetto per Dio diventa preghiera anche un pensiero senza parole o un’invocazione davanti a un’immagine sacra, o un bacio mandato verso una chiesa.
“Pensate, ci ricorda il pontefice, quanta tenerezza c’è quando le mamme insegnano ai bambini a mandare un bacio alla Madonna o a Gesù”.
Il cuore del bambino, allora in quel momento si trasforma in un luogo di preghiera e in un dono dello spirito santo.
Una cosa che ha colpito il Papa è che ci sono bambini che non sanno fare il segno della croce. Motivo in più affinché i genitori si assumano la responsabilità di insegnare a pregare.
Lo spirito santo infatti ci insegna a dire “Padre” come lo diceva Gesù e questo dono lo si impara in famiglia, come dire “mamma” o “papà”.
E se lo si impara con la stessa spontaneità, lo si è imparato per sempre.
Lo spirito della preghiera allora riconsegna il tempo a Dio, ritrova la pace delle cose necessarie e scopre la gioia di doni inaspettati.
Le buone guide sono Marta e Maria che imparano da Dio l’armonia dei ritmi famigliari.
“La preghiera dunque sgorga – dice Bergoglio – dall’ascolto di Gesù e dalla lettura del Vangelo e dalla meditazione del Rosario”.
La conclusione di Francesco è tutta rivolta alla preghiera della famiglia, sia nei momenti forti che in quelli difficili: “Siamo affidati gli uni agli altri, perché ognuno di noi in famiglia sia custodito dall’amore di Dio”.