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Prete gay? Ma la chiesa ha il compito di preservare l’amore.

 

prete gay

Foto da web.it

(di Cinzia Guerra) Scandalo in Vaticano alla vigilia dell’apertura del Sinodo sulla famiglia, Monsignor Krisztof Charamsa si dichiara gay e dice di avere anche un compagno.

Il sacerdote polacco ricopre alti incarichi in Vaticano e Padre Federico Lombardi attacca sostenendo che Charamsa lasci tutti i suoi impegni.

Padre Charamsa ha 43 anni ed è Segretario aggiunto della Commissione Teologica Internazionale Vaticana e Ufficiale della Congregazione per la dottrina della fede.

La notizia è stata rilasciata al “Corriere della Sera”, sostenendo che le coppie gay devono essere accettate dal Vaticano.

Charamsa inoltre dice che all’interno del Vaticano sono molti i preti gay, ma non hanno il coraggio di uscire allo scoperto.

Per ora è stato solo allontanato, ma rischia però un processo canonico nella diocesi di Pelplin in Polonia.

Inoltre non potrà neanche continuare a svolgere i compiti presso le Università Pontificie.

Monsignor Charamsa è sacerdote dal 1997 e poi successivamente nel 2003 entra nella Congregazione per la dottrina della fede, quando era ancora Cardinale Joseph Ratzinger e poi Segretario aggiunto della Commissione Teologica Internazionale Vaticana e ancora Professore alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum, quindi un canonico di primissimo livello insomma.

Egli si dichiara orgoglioso della sua identità e non la nasconde per l’appunto.

Sostiene anche che è pronto a pagare le conseguenze del suo atto e anche che è ora che la chiesa apra gli occhi nei confronti dei gay credenti, e che l’astinenza dalla vita d’amore non è la soluzione giusta e che questa è una scelta disumana.

Dichiara che scriverà anche al Papa e anche che la chiesa non sta ancora raccogliendo la “sfida dei tempi”.

Queste parole ci ricordano quelle che un anno fa hanno diviso il Sinodo, cioè i matrimoni omosessuali.

Francesco intervenendo ha dichiarato che se non sappiamo unire la compassione alla giustizia finiamo per essere inutilmente severi e profondamente ingiusti.

La chiesa è una casa aperta, accogliente in modo sobrio e accessibile a ogni uomo, comprese le persone la cui vita li ha provati e il cui amore e cuore è ferito e sofferente.

Insomma sembra proprio che la reazione di Bergoglio sia meno dura di altre figure.

Ma forse una cosa il Papa sembra l’abbia capita prima, cioè che non si deve considerare la discriminazione, ma solo l’amore anche se come dice la Bibbia in questo caso non è “uomo e donna li creò”, ma bensì due uomini che si amano e compito della chiesa è preservare l’amore.

 

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Mauro Carabelli

Giornalista

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