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IL DOLORE DEL PAPA DOPO L’ATTENTATO A PARIGI

 

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(di Cinzia Guerra) Dopo gli attentati di Parigi Papa Francesco parla di una “terza guerra mondiale a pezzi”, che viene combattuta con crimini e massacri e lo fa con commozione.

Addolorato per l’accaduto ribadisce che non c’è una giustificazione a ciò che è accaduto, ne religiosa, ne umana.

Il Giubileo però si aprirà lo stesso il prossimo 8 dicembre dice Padre Federico Lombardi caposala della stampa vaticana sostenendo che come non mai in questo momento abbiamo bisogno di saggezza e slancio spirituale .

Si pensa però purtroppo, che uno dei prossimi obiettivi dell’ISIS possa essere Roma e soprattutto il Vaticano.

Già durante il discorso al Congresso Americano e alle Nazioni Unite il papa disse che il mondo non sembra comprendere il suo allarme e ha ripetuto inviti allora e oggi ai fabbricanti di armi.

Le stragi dimostrano quanto poco è stato ascoltato Bergoglio e quanto poco i potenti fanno per sconfiggere il terrorismo e quanto  lo sottovalutano.

Il Vaticano si dice sconvolto dopo l’accaduto, ribadisce sempre Padre Lombardi e continua dicendo che condannano ciò che è successo.

Lo definisce un attacco alla pace per tutta l’umanità, che richiede reazioni decisive e solidali da parte di tutti.

Inoltre ribadisce che dopo i vari scandali che hanno colpito la chiesa, bisogna aprire gli occhi e guardare oltre, alle vite umane innocenti spezzate dal terrorismo e non a fatti inopportuni.

Si ricordano inoltre gli attentati a Beirut della settimana scorsa e a quelli in Nigeria nei mesi passati.

Si pensa che non sia possibile purtroppo aprire un dialogo con il fondamentalismo come sostiene il Cardinale Pietro Parolin Segretario di Stato Vaticano, si può offrire il dialogo, ma sembra non ci siano appunto le condizioni.

E allora si spera che un giorno cristiani e mussulmani possano vivere secondo le loro tradizioni religiose, guardando a Dio, e noi che siamo credenti dovremmo rispecchiare queste parole.

Siamo sicuri poi della preghiera che il Papa rivolgerà a tutte le vittime e ai loro familiari.

Uniamoci a lui per sentirci tutti più vicini e fratelli in Dio e con Dio, perché fatti del genere non possano più accadere, perché nessun uomo debba più perdere la vita per fatti gravissimi come quelli accaduti.

Perché si arrivi a capire quanto è importante la vita e il rispetto per l’altro e per un credo diverso.

In ultimo poi Francesco ha ricordato le vittime, i feriti e i loro familiari nell’Angelus della domenica.

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Mauro Carabelli

Giornalista

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