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Flusso 98 abbraccia la Francia

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(Foto: gds.it)

di Marco Emilio Boga

Non è il set di un nuovo film apocalittico. Siamo a Parigi. Quella vera. Fatta di luci. Tradizioni. Fatta di storia. Una storia tormentata. Fatta di guerre e rivoluzioni. E poi veniamo all’oggi.

C’era già stata una rivoluzione, iniziata con la presa della Bastiglia, prigione e simbolo del potere assoluto. Oggi c’è stata una seconda presa. Il significato, però, è diverso. Non si lotta più per la libertà del popolo francese, si lotta per affrontare il caos.

Il tutto ha inizio alle 21.20. Un’esplosione è la sveglia assordante di questa ondata di terrore. Carillon è il nome del bar dove accade il tutto. Seguono spari all’interno con morti e feriti. E poi una serie di attacchi, sette, che hanno sconvolto la città. Ambulanze, polizia ovunque. Urla e pianti.

“Dovevamo andare verso quella zona, ma era tardi e non ci siamo andate”. Così racconta ai microfoni di Flusso 98, la giovane Licia, studentessa dell’Università dell’Insubria in Erasmus a Parigi. “Ho iniziato a capire che qualcosa non andava quando alcuni amici hanno iniziato a scrivermi dall’Italia chiedendomi se stavo bene”.

La polizia interviene in modo massiccio. La città si blocca. “Ci hanno detto di non uscire di casa per precauzione”, così racconta. Poteva essere lì, in mezzo alla gente che, inconsapevole di tutto, brindava. Invece, per fortuna o per chissà quale angelo custode, Licia non è andata in quella zona. Lei racconta del giorno dopo. “Dall’Italia erano tutti allarmati e mi dicevano di stare a casa, ma io sono uscita comunque. Sono andata a fare la spesa. Gli allarmismi sono inutili in questi casi. Certo si deve stare attenti. La presenza delle forze armate, però, si sente”.

“La Francia è un paese con forte integrazione, cosa che manca all’Italia. È talmente profonda che non si nota alcuna differenza di colore, di religione. Si vive tutti insieme tranquillamente. Parigi ha una lunga storia di integrazione e i terroristi non riusciranno a fomentare l’odio raziale.” E Licia aggiunge: “Non dobbiamo dare la caccia agli islamici. Dobbiamo dare la caccia all’Isis.”

Alla domanda “torneresti in Erasmus a Parigi, sfidando quello che è successo, sfidando i terroristi?” Licia risponde senza esitazioni: “Certo!”

Flusso 98 abbraccia la Francia e così dovremmo fare tutti noi. Abbracciarla e portarla nei nostri cuori. Sentirla vicina come ogni persona a questo mondo, senza distinzione di alcuna sorta.

Non dobbiamo piegarci all’ignoranza e al razzismo. Dobbiamo combattere uniti. Dobbiamo vivere, perché la vita è la migliore forma di protesta contro questi eventi.

 

 

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Mauro Carabelli

Giornalista

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