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C’è un topo nella mia mente

2 mortimer

(di Anthony Fiani)

87 anni, come passa il tempo

È proprio il 14 novembre del 1928 che appare per la prima volta, sugli schermi di tutte le televisioni americane, Michey Mouse, figlio del genio indiscusso Walt Disney.

Se parlassi di Mortimer Mouse forse non otterrebbe la stessa attenzione e riconoscimento che detiene ora, ma è proprio così che il produttore decise di battezzare la sua “idea vivente” quando questa era ancora in fasce.

L’ispirazione, come dirà egli stesso in un’ intervista, nasce da un vero topo domestico che teneva accanto e accudiva nel suo ufficio presso il Laugh-O-Gram Studio.

Un nuovo protagonista che avrebbe dato del filo da torcere, non solo a livello concorrenziale, al gatto Felix, nato dall’intelletto dei produttori  Pat Sullivan e Otto Messmer già in circolazione dal 1919.

Per la prima volta il ruolo del gatto e del topo si sarebbero invertiti rendendo Mickey non solo l’icona dell’azienda più famosa nella produzione d’animazione, ma il cartone di fantasia ancora oggi più redditizio con ricavi di oltre 5,8 miliardi di dollari annuali.

“Se puoi immaginarlo, puoi farlo”

Questo il pensiero di un’ artista indiscusso che detiene tutt’oggi il record di nomination di suoi film all’ Oscar (59 in totale, di cui 22 vinti più altri 4 alla carriera).

Milioni di bambini sono nati e cresciuti con le sue avventure e ancora non smette di intrattenerci, ora in compagnia dei suoi “fratelli dell’ingegno”.

Cartoni, fumetti, gadget, peluche, libri, a Los Angeles nella Walk of Fame; è il topo più famoso al mondo e il più amato.

Il padre di Branduardi prese un topolino con soli due soldi; sicuramente non stava parlando del nostro mito.

Non ci resta che festeggiare guardandolo in azione, proprio come nel secolo scorso.

 

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Mauro Carabelli

Giornalista

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