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Il rumore nel minuto di silenzio

 

turchia

(Di Davide Bonamici)

Dopo i fatti di martedì sera, si allontana di nuova la possibilità di entrare nella Ue, che si somma ad altri problemi sul perché la Ue non voglia la Turchia al suo interno, tra cui: il mancato riconoscimento del genocidio armeno, le violenze sui curdi (continuano anche ora, nonostante i curdi siano loro alleati nella guerra contro l’Isis) e la violazione dei diritti civili e femminili, dovuti anche dal pensiero retograda del presidente Racep Tayyp Erdogan.

Al Basakeshir Stadium si è assistito ad uno spettacolo imbarazzante e ad una mancanza di rispetto, non solo verso le vittime di Parigi, ma verso tutte le vittime dell’Isis, dal Medio Oriente all’Africa centrale (Nigeria e Kenya soprattutto) e dal nord Africa all’Europa.

L’Unione Europea non è una comunità perfetta, ma per farne parte bisogna portare rispetto e credere nell’uguaglianza verso ogni persona, di ogni stato.

Lo stesso discorso della Turchia lo si può fare con la Serbia, che dopo anni e anni non riconosce i genocidi (o massacri) in Croazia, Bosnia Erzegovina, Kosovo e Italia (foibe, i fatti sono successi sopratutto in territorio sloveno e croato, ma anche tra Trieste e Gorizia).

Penso che, per vivere in un’unità, non solo europea, mondiale, bisogna iniziare a portare rispetto e riconoscere il male fatto e gli errori commessi.

Non si può parlare di uguaglianza e fratellanza, se al mondo si insulta la memoria di chi è morto per mano di una guerra.

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Mauro Carabelli

Giornalista

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