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Come l’estero vede l’Italia

italia

(di Anthony Fiani)

“Italia uguale paese dei sogni”
“Italia uguale ottima cucina”
“Italia uguale storia e chiesa”
“Italia uguale speranze deluse”

Non basterebbe un articolo per rappresentare il Bel paese attraverso le “equazioni” di chi esprime un parere sulla nostra nazione.

I punti di vista sono davvero molteplici e differenti l’un l’altro, ma ognuno di essi ha un fondo di verità.

Paesi europei e internazionali hanno dichiarato il loro punto di vista, riportato su alcuni articoli di giornale on line.

Alcune frange svizzere, nostre vicine di casa, ci rappresentano come piccoli topolini rosicchia formaggio; italiani intenzionati a sottrarre lavoro in Svizzera a seguito della crisi economica.

In Germania si servono di un immagine ad effetto: un piatto di spaghetti con accanto una pistola; due elementi che ci ritraggono come “mafiosi-mangia spaghetti”.

La Francia e la Spagna ci lodano per la qualità e bontà della nostra cucina ma non prenderebbero mai come esempio il nostro sistema economico- sociale.

L’Inghilterra ci vede come “show men di improvvisazione”: viviamo la vita pensando sempre a breve e mai a lungo termine; siamo radicati nella superficialità che “domani andrà meglio”, gesticoliamo in continuazione ma sappiamo far ridere.

Gli Stati Uniti ci amano per la moda, condividono il buon cibo e ritengono che il territorio italiano con le sue svariate attrazioni lasci senza fiato, ma sia un peccato che questo venga gestito da una mentalità tipicamente italiana: ci vedono come sottomessi a noi stessi.

Il Giappone e la Cina come fonte indispensabile di attrazione turistica.

Chiunque rimane stupito dinnanzi alle nostre opere architettoniche, pittoriche, letterarie e al patrimonio culturale che abbiamo diffuso nel corso dei secoli.

L’esposizione universale di quest’ anno ha dato la possibilità a milioni di visitatori di constatare se, effettivamente, queste supposizioni siano fondate e rispecchino la realtà o si siano rivelate non corrette.

Ciò che interessa maggiormente di noi è legato al passato, quello che è stato.

Abbiamo portato l’Italia al centro del mondo per 6 mesi.

Vorremmo che cambiasse in meglio e diventasse perennemente il modello ideale da seguire.

Almeno per ora non è così ma ci hanno ritratto come “il paese dei sogni”.

Appunto, un sogno che continuiamo a sperare che diventi realtà.

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Mauro Carabelli

Giornalista

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