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chiuso

(Immagine da “La Stampa”)

 

(Di Davide Bonamici)

Locri, la squadra di futsal femminile ha dovuto ritirarsi per via delle minacce dell’ndrangheta fatte a dirigenti e calciatrici.

La squadra era nata nel 2010 e sin da subito c’erano stati dei problemi che si sono susseguiti fino  a oggi (2015) e che hanno portato al ritiro dal campionato.

Un episodio veramente molto brutto che ha suscitato non solo l’indignazione degli appassionati ma anche degli alti vertici del calcio italiano. I presidenti di FIGC, Tavecchio e CONI, Malagò, hanno lanciato critiche verso chi sta tentando di interrompere lo sport e il divertimento, e hanno chiesto ai dirigenti e alle giocatrici di ritornare a giocare, mettendosi contro questi piccoli uomini privi di dignità.

Il presidente Ferdinando Armeni e alcuni dirigenti vivono sotto scorta e alle ragazze è stato vietato avvicinarsi al palazzetto perchè si dice che sia controllato da persone dell’ndrangheta.

È brutto che una manifestazione di sport e di divertimento, che unisce la passione di tante persone, possa fermarsi perchè un gruppo di mafiosi locali non è d’accordo. Lo Sporting Locri ha chiuso anche il suo sito internet, mettendo sulla pagina di esso un’immagine con una scritta in grande che recita “Chiuso per dignità”.

Spero vivamente che la squadra ritorni a giocare per lanciare un messaggio contro la corruzione e la malavita che non avranno la resa di chi vuole fare ciò che ama, perchè il calcio (come ogni sport) dovrebbe essere una festa per tutti e chi cerca di interrompere questa festa merita di essere combattuto e respinto.

Sarebbe bello vedere sui campi di ogni campionato degli striscioni a sostegno dello Sporting Locri e che i giocatori entrassero in campo con una maglia per denunciare l’accaduto, invitare le ragazze e la società a non mollare, tornare a giocare nel campionato di Serie A Femminile di calcio a 5 e soprattutto a resistere di fronte a questi omini di cartapesta perchè la noia del vile denaro non può interrompere una festa che porta gioia e divertimento a tutti.

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Mauro Carabelli

Giornalista

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