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Nessuno mi può giudicare

 

giudizio

(di Elisabetta Riva)

“Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile incontrare qualcuno a cui tu piaccia così come sei! Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore, la vita è come un’opera di teatro, senza prove iniziali: canta, balla, ridi e goditi intensamente ogni giorno della tua vita.”

Una celebre citazione di Charlie Chaplin, questa, per farci comprendere quanto grande sia la nostra dipendenza dal giudizio altrui. In ambito lavorativo, scolastico, persino personale, siamo troppo preoccupati a capire cosa gli altri pensino di noi, come si comporterebbero al nostro posto e come appariamo ai loro occhi. La parte divertente è che, spesso, le persone dalle quali vogliamo ricevere attenzione e approvazioni, neanche ci considerano.

Viceversa, altrettanto sovente, perviene puntualmente un giudizio non richiesto, e conseguentemente non gradito.

Chi ci circonda cosa conosce veramente di noi? Delle nostre esperienze e del nostro cammino? Perchè diamo a molti la possibilità di ficcare letteralmente il naso nelle vicende personali che non li riguardano?

Le risposte a questo dilemma sono molteplici: in primo luogo l’eccessivo turbamento che riponiamo nelle opinioni altrui deriva dalla paura, quella di non essere all’altezza di una determinata situazione; in secondo luogo la “tradizione” vuole che, nel corso dell’effimera esistenza a cui siamo destinati, tutto debba realizzarsi secondo i piani prestabiliti, non sono ammesse scelte inopportune o stravaganti; infine, la giustificazione ammessa in questi casi è che – effettivamente – chi si sente “interpellato” nell’avanzare un giudizio personale nei nostri riguardi è perchè conosce meglio la circostanza in oggetto.

Mi danno tremendamente fastidio coloro i quali storcono la bocca di fronte a decisioni improvvise, cambiamenti radicali di vita o scelte inaspettate: non hanno forse il coraggio di affrontare contesti del genere? Si sentono insoddisfatti e frustrati e quindi riversano i loro sentimenti su terzi?

Purtroppo non esiste una ricetta di vita che ci consenta di restare immuni a tale prospettiva; l’unica arma che abbiamo a disposizione è – oltre all’indispensabile fiducia in noi stessi –semplicemente lasciarci scivolare addosso i pareri sgraditi o non necessari.

Per ribadire il concetto: non è importante cosa gli altri pensino di noi, ma cosa noi riteniamo lecito, opportuno e fondamentale, ciò che speriamo di ottenere e ciò per cui lottiamo. Non mancheranno mai le intrusioni – che si riveleranno insopportabili –, e la vera forza deve risiedere nella capacità di guardare oltre, di continuare diritti per la nostra via, qualunque essa sia, pure se giudicata errata o insana.

Colgo l’occasione dell’imminente arrivo del nuovo anno 2016 per spronare me stessa e tutti coloro che mi circondano ad affrontare ciò che verrà con spensieratezza, determinazione, coraggio e felicità: il percorso della vita non può essere stereotipato o standardizzato, ognuno segue il suo sentiero, piano o erto che sia, ma sempre suo. Nessuno deve mai arrogarsi il diritto di giudicare o criticare, quello spetta soltanto a noi.

È questa la vera libertà, liberi di vivere e liberi dal giudizio, che spesso costituisce solo un freno alla nostra voglia di spiccare il volo.

 

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Mauro Carabelli

Giornalista

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