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La maledizione di Ramsey

 

Ramsey

(Di Rebecca Manzi)

È successo di nuovo e questa volta a farne le spese è stato l’attore Alan Rickman.

E con lui ormai siamo arrivati a 10 morti appena dopo un suo goal.

Se è vero, come diceva Agata Christie, che “una coincidenza è una coincidenza; due coincidenze sono un indizio; tre coincidenze rassomigliano ad una prova”, qua le coincidenze iniziano ad essere davvero troppe, anche per chi non è poi così superstizioso.

Il personaggio in questione è Aaron Ramsey, centrocampista gallese dell’Arsenal, che più che per le sue giocate è diventato famoso appunto per queste strane “coincidenze”.

La prima morte “sospetta” risale al maggio 2011. Ramsey segna contro il Liverpool il 1° maggio e il giorno successivo viene ucciso dai corpi speciali della Marina degli Stati Uniti con l’appoggio della CIA, il leader di Al Qaeda Osama Bin Laden, organizzatore delle stragi dell’11 settembre 2001.

Pochi mesi dopo, il 2 ottobre 2011, Ramsey va a segno contro il Tottenham. Il giorno dopo viene a mancare, a soli 56 anni e per un tumore che lo affliggeva da tempo, il rivoluzionario fondatore di Apple Steve Jobs.

Questa volta il goal avviene il Champions contro il Marsiglia, appena 17 giorni dopo. Immancabilmente il giorno successivo il mondo apprende la morte di Mu’ammar Gheddafi, il rais libico, torturato e seviziato fino alla morte dagli insorti.

Con il nuovo anno le cose non cambiano, è l’11 febbraio 2012 e Ramsey mette la palla in rete contro il Sunderland. All’indomani, a causa di un’overdose, ci lascia una delle icone del pop mondiale, Whitney Houston, a detta di molti la più grande voce femminile della storia della musica.

Passa più di un anno, siamo al 15 maggio 2013. Goal contro il Wigan. Il giorno dopo scompare Jorge Videla, il dittatore argentino ritenuto responsabile di crimini contro l’umanità, per l’omicidio di decine di migliaia di desaparecidos.

È il 31 novembre 2013. I più giovani e tutto il mondo del cinema piangono la scomparsa dell’attore Paul Walker, coprotagonista insieme a Vin Diesel della celebre Saga “Fast & Furious”. Dopo aver passato 6 film a interpretare un pilota di corse clandestine con le auto, Walker rimane ucciso per un tragico scherzo del destino in un incidente stradale a causa della forte velocità. Il giorno prima Ramsey aveva fatto goal al Cardiff.

Dopo aver segnato sabato 10 agosto 2014 contro il Manchester City, il giorno successivo viene dato l’annuncio della morte probabilmente per suicidio dell’attore Robin Williams, protagonista di innumerevoli film, dalla serie tv Mork & Mindy, fino alla trilogia di Una notte al museo – l’ultimo è uscito postumo – passando per Good Morning, Vietnam, L’attimo fuggente, Mrs. Doubtfire, Patch Adams e molti altri.

Passano appena due settimane, il 23 agosto il centrocampista è nuovamente in goal contro l’Everton. Il giorno successivo scompare Sir Richard Attenborough, regista, attore e produttore cinematografico britannico.

Ed eccoci giunti agli ultimi giorni. Nel match ancora una volta contro il Sunderland Ramsey segna due volte, il 9 gennaio 2016. Poche ore dopo tutto il mondo della musica, ma anche del cinema piange la scomparsa, all’età di soli 69 anni per un tumore che nessuno sapeva, di un grande cantante e attore, un rivoluzionario, il Duca Bianco David Bowie.

Il turno infrasettimanale è in agguato e Ramsey va a segno contro il Liverpool mercoledì 13 gennaio. Il web si scatena ironicamente contro il calciatore, in attesa della prossima morte, che purtroppo puntualmente avviene. Il giorno successivo ci lascia Alan Rickman, per una tragica coincidenza alla stessa età e per le stesse ragioni – anche in questo caso tenute nascoste – di David Bowie. Con lui l’Inghilterra e il mondo intero perdono un punto di riferimento per il mondo del cinema, che lo ha reso celebre per aver interpretato per 8 film l’antieroe più celebre della storia del fantasy, il professor Severus Piton della Saga di Harry Potter.

Ovviamente sono solo delle tragiche coincidenze, ma i numeri – una quarantina di goal tra Arsenal e Nazionale con 10 morti “sospette” – non stanno del tutto dalla parte di Aaron Ramsey e se le statistiche lo perdonano, non si può dire lo stesso di molti internauti.

Ciò che rimane senza dubbio è il dolore per la perdita, spesso troppo presto, di persone – non parlo va da sé di dittatori e terroristi – che hanno fatto grande la nostra epoca.

Una piccola nota di chiusura per i più superstiziosi: consolatevi, poteva essere un attaccante!

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Mauro Carabelli

Giornalista

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