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Quando l’applicazione della Costituzione è contraddittoria

costituzione

di Davide Bonamici

Il 22 Dicembre 1947 l’Assemblea Costituente approva la Costituzione italiana, dove all’interno sono contenute tutte le norme riguardanti:  i principi fondamentali, i diritti e doveri dei cittadini, i rapporti etico-sociali, economici e politici, l’ordinamento della repubblica (parlamento), la formazione delle leggi, il presidente della repubblica, il governo, la pubblica amministrazione, gli organi ausiliari, la magistratura, le norme sulla giurisdizione, la formazione di regioni, province i comuni, le garanzie costituzionali (Corte costituzionale e revisione della costituzione) e le disposizioni transitorie e finali.

Molto spesso, nei tempi moderni, l’applicazione di alcune di queste leggi si è rivelata contraddittoria. Ne elencherò alcuni esempi.

Articolo 1: “L’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro”.

Gli ultimi tre governi non sono stati eletti dal popolo e la disoccupazione abbonda.

Articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge”.

Questa associamola alle farse che si vedono nei tribunali “la legge è uguale per tutti”, e scopriremo che non è vero. Ci scandalizziamo quando molti politici vengono assolti dalle malefatte commesse, oppure assassini, stupratori, pedofili e tanti altri, che vengono assolti o che scontano pene troppo basse per il crimine commesso.

Articolo 7: “Lo Stato e la Chiesa sono, ciascuno nel prioprio ordine, indipendenti e sovrani”.

Ultimamente ho notato che la chiesa mette sempre il naso dentro gli affari del governo e il ddl Cirinnà né è un esempio. Il family day, voluto da vertici politici e cattolici, è un chiaro attacco ai diritti civili e umani dell’uomo.

Articolo 9: “La repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”.

Qualche giorno fa il ministro Stefania Giannini si è vantata del successo di un gruppo di ricerca, composto da italiani. Ma una donna di questo gruppo, Roberta D’Alessandro, si è giustamente offesa, dato che, per sviluppare il proprio progetto e  vincere il concorso, si è dovuta trasferire in Olanda.

L’Italia tuttora non tutela la ricerca e in tanti campi riguardanti questa, vanno avanti i raccomandati (amici degli amici, fratelli, cugini e famigliari vari di qualche politico).

Articolo 24: “La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari”.

In alcuni casi, molti cittadini sono stati condannati per reati non commessi, hanno chiesto un risarcimento per danni morali. Per questi danni morali vengono risarciti solo del 20% (a volte anche meno) di ciò che hanno chiesto.

Articolo 36: “Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.

Quante famiglie non ce la fanno ad arrivare a fine mese? Tante. Troppi lavoratori vengono sottopagati e addiritttura sfruttati, per tentare di dar da mangiare alle proprie famiglie e consentire ai propri figli di avere un futuro migliore.

Articolo 59: “E’ un senatore a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica”.

Mario Monti e Rita Levi-Montalcini (per fare due esempi) non lo sono mai stati.

Articolo 85: “Il Presidente della repubblica è eletto per sette anni”.

Giorgio Napolitano lo è stato per circa nove anni.

Articolo 101: “La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti a norma di legge”.

Fino ad ora, non ho mai visto un giudice pagare per i propri errori.

L’applicazione della nostra Costituzione non finisce mai di sorprenderci, sopratutto nei tempi moderni, cade sui diritti dei cittadini e dei lavoratori e non rispetta i principi su cui è stata fondata.

Spero che in futuro la democrazia e la libertà, possano tornare ad essere i principi che regolano la vita del cittadino residente in Italia, perchè tuttora, queste, non esistono.

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Mauro Carabelli

Giornalista

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