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Addio al Nobel varesotto

 

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di Marco Ferrari

Nella mattinata di oggi, all’Ospedale Sacco di Milano, è scomparso Dario Fo, un grande personaggio che ha contraddistinto la nostra cultura e la nostra comicità.

Nato a Sangiano (VA) nel 1926, Fo ha mosso i suoi primi passi come scrittore e drammaturgo a partire dai primi anni cinquanta, quando entrò in RAI come attore e autore di testi satirici.

Il suo primo successo nel mondo del teatro avviene nel 1969 con “Mistero buffo” in seguito alla formazione di un gruppo teatrale chiamato “Nuova Scena”, creato l’anno precedente con la collega e moglie Franca Rame, quando come unico attore in scena presenta i vari dialetti della Pianura padana. Mistero buffo costituisce, per certi versi, il modello di quel quasi-genere che si è soliti definire “teatro di narrazione“.

Tra la fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta, Fo si schierò con le organizzazioni extraparlamentari di estrema sinistra e fondò il collettivo “La Comune”, attraverso il quale tentò con grande passione di stimolare il teatro di strada.

Nel 1997, arriva per lo scrittore e uomo di teatro, il Premio Nobel per la Letteratura. Fo durante il suo discorso da neo vincitore, disse: “Con me hanno voluto premiare la Gente di Teatro”; con questa sua affermazione, l’artista sosteneva tutte quelle persone che collaboravano per il bene della cultura e dello spettacolo in generale.

Dario Fo, inoltre, pur  maturando una concezione atea della realtà, dopo il funerale della moglie, avvenuto nel 2013, il  diceva di “sentire” la presenza e l’aiuto della donna amata, alludendo forse ad una timida conversione spirituale. A chi gli poneva domande inerenti alla sua decisione in campo religioso, lui rispondeva: “Io credo nella logica. Ma una volta di là, spero di essere sorpreso”.

Negli ultimi suoi istanti di vita, sia il medico personale e sia i parenti più stretti hanno riportato alla stampa quanto lui fosse attaccato al bene della vita e come abbia lottato fino all’ultimo per combattere la sua malattia.

Come nei suoi impegni politici da uomo di Sinistra oltre che da uomo di cultura, anche nella normalità del quotidiano, Dario Fo ha saputo trasmettere emozioni e coraggio a tutti quelli che lo sostenevano.

E’ inutile dire che tramite il messaggio del teatro, Fo seppe avvicinare tra loro generazioni di italiani e non, contribuendo a lasciare un segno indelebile nelle menti e nei cuori della nostra società.

 

(Informazioni tratte da Repubblica.it e Wikipedia)

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Mauro Carabelli

Giornalista

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