(mc) Ciò che sta capitando al governatore Toti ricorda i “processi farsa” dell’epoca staliniana quando i magistrati di regime di allora montavano e smontavano i presunti indizi per costruire un percorso processuale che non lasciava scampo all’inquisito. Il processo terminava inevitabilmente con la fucilazione del malcapitato. Ma almeno in quel caso, formalità suggeriva, che si arrivasse velocemente ad un processo. Nel caso di Toti, che non è stato ancora giudicato nei tre gradi stabiliti dalla legge, la condanna a rimanere recluso sine die in casa sua ed essere, immagino per decenni, colpevole a prescindere è di fatto già operativa. Certo non verrà passato per le armi ma la condanna alla morte civile e politica è già stata sentenziata. Cambiano i tempi e le circostanze ma non le ideologie che le produssero né coloro, pennivendoli compresi, che le sostengono.
