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Venezuela senza il sole

 

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(mc) Forse Melenchon e i suoi compagni della mezza luna nonché analfabeti funzionali non hanno capito che il capitale finanziario, dietro cui si nasconde Macron, l’alleato di una notte, è molto più coriaceo di una Bastiglia qualsiasi.  Tanto per cominciare, l’anno prossimo, la Francia sarà sotto procedura d’infrazione per un disavanzo che nel 2023 ha toccato il 5,5%. Secondo l’agenzia di rating S&P, il nuovo scenario parlamentare, con l’Assemblea nazionale divisa in tre blocchi e senza una chiara maggioranza in grado di traghettare in mari più tranquilli l’economia francese, non avrà la forza adeguata per mettere in atto l’aggiustamento richiesto da Bruxelles e riportare il deficit sotto la soglia del 3%. Ci sarà da ridere. Se poi il sedicente “vincitore”, grazie ad alchimie frontiste che non rispecchiano certo la voce profonda della Francia,   intenderà spingere sull’acceleratore imponendo un programma “delirante” , come lo ha definito il ministro dell’Economia  Bruno Le Maire, non è escluso che, a breve, ci potrebbe essere una fuga di capitali e un’ondata di fallimenti. Secondo Patrik Martin, il presidente del Medef, la Confindustria francese, il programma “non negoziabile” di Melenchon renderebbe la Francia un “Venezuela senza il sole”. Insomma, nella cara e vecchia douce France, assieme al tracollo dell’economia, scorrazzeranno, non solo nelle piazze,  ex spacciatori, islamisti, violenti e pure bonapartisti, molti  dei quali eletti nel Lfi  al secondo  turno. Il che è tutto dire. Ma qui non ci sarà proprio da ridere.

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Mauro Carabelli

Giornalista

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