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Le nuove generazioni del non so, non ricordo.

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(mc) Certo che la memoria dei giovani francesi è cortissima. Quelli che hanno appoggiato il fronte unito con Melenchon, sventolando bandiere palestinesi e inneggiando apertamente ad Hamas, non sanno o non vogliono sapere, quasi che l’amnesia politica cancelli le responsabilità, che il 13 e 14 novembre del 2015, la Francia e in particolare la sua capitale furono oggetto di una serie di attacchi terroristici di matrice islamista sferrati da un commando armato e collegato all’autoproclamato Stato Islamico.  Gli attacchi armati si concentrarono nel I, X e XI arrondissement e allo Stade de France, a Saint-Denis, nella regione dell’Île-de-France. La strage più sanguinosa avvenne presso il teatro Bataclan, dove rimasero  uccise 90 persone. Le vittime furono in totale 130, a cui si aggiunsero 413 feriti, di cui 99 gravi.

A questa vigliacca strage aggiungerei le decine e decine di vittime  degli attentati di Nizza, Strasburgo,  Tolosa, Marsiglia, Montauban, Liceo di Arras, chiesa di Saint-Etienne du Rouvray, Charlie Ebdo, Saint Quentin Fallavier, attacco al treno Thalys, volo AirFrance 8969, concentrati negli ultimi vent’anni  e tutti di origine islamista. Non ultimi, gli innumerevoli episodi di razzismo nei confronti degli ebrei e la furia antiebraica di Melenchon che sembra combaciare con quella storica di  Muḥammad Amīn al-Ḥusaynī , gran Mufti di Gerusalemme, precursore del fondamentalismo islamico, noto per il suo forte antisemitismo e avverso ad ogni forma di ebraismo in Palestina tanto da richiedere sostegno della Germania nazista e dell’Italia fascista, facilitando il reclutamento di musulmani nelle formazioni internazionali delle Waffen-SS.

A questo punto, mi chiedo se i giovani e meno giovani francesi, stolide prede di un fanatismo neo giacobino, così propensi a vedere il fascismo dove non c’è ma ad accettare l’islamismo radicale della porta accanto, siano vittime di una sorta di demoniaco archetipo collettivo, artatamente sollevato da élite pronte a tutto pur di conservare il potere.

Dunque, agli smemorati giovani gauchisti francesi ma anche a quelli altrettanto svuotati di senno di casa nostra e loro cinici sostenitori, chiedo sommessamente se forse a questa presunta vittoria, grazie a innaturali e truffaldine alchimie  elettorali, non siano state mozzate le ali. Purtroppo, quanto avvenuto, peserà per sempre sulla coscienza della cosiddetta “nuova Francia” e su tutti quelli che, di fronte all’evidenza, preferiscono non ricordare.

 

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Mauro Carabelli

Giornalista

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