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Come in una tragedia shakespeariana

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(Illustrazione da Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”)

(mc) La von der Leyen, la matrigna di un’Europa presa a calci nel sedere come se niente fosse accaduto nelle elezioni del giugno 2024, ce la ritroveremo per altri 5 lunghissimi anni. E saranno lacrime e sangue. Difficile capire che cosa sia successo nel segreto delle stanze. Ma, dopo il voto europeo, appariva chiaro che i veri sconfitti, il cinico Macron, l’inutile Scholz e i talebani rosso-verdi avrebbero   tramato anche dentro i confini dei singoli stati per raddrizzare non solo una partita che sembrava persa, soprattutto per sottrarre alla stessa Giorgia Meloni un ruolo leader alla testa di una maggioranza conservatrice, faticosamente conquistata, giova sottolinearlo, alla luce del sole e con un incontestabile favore popolare.  Del resto, dato che ormai ciò che succede a livello internazionale ha ricadute su quello nazionale e viceversa, la funambolica e inquietante mossa del cavallo  azzardata da Macron per emarginare una possibile vittoria delle destre in Francia, così come i tentativi in casa nostra da parte di una sinistra ipocrita e filoislamica di giovarsi anche di un  pericoloso connubio tra militanza  e magistratura, pur di indebolire la stabilità del governo di centro destra, rappresentano, da tempo se non da sempre,  le due facce della identica medaglia, con un’evidente sincronizzazione temporale. Quasi che esista una sorta di regia unica transnazionale disposta a tutto pur di mantenere saldo il potere nelle mani di una élite sempre più smaccatamente padrona di un gioco truccato anche nell’informazione delle piattaforme social se si dimostrassero vere le accuse di Elon Musk nei confronti della Commissione europea. A conti fatti, credo che Giorgia Meloni e i veri conservatori, traditi dal Ppe e dai suoi sodali di Forza Italia,  escano  ridimensionati e in discesa, come previsto e auspicato a suo tempo dal saltimbanco e doppiogiochista toscano, ma pur sempre ben informato, Matteo Renzi. In tutto questo bailamme, fa eccezione la mancata esecuzione di Donald Trump. Il tycoon americano può piacere o meno. Certo che, paradossalmente, oggi è lui a rappresentare i ceti medio bassi degli Usa e la ricerca di una distensione a livello mondiale. Non certo i Dem che, come da noi, sono sempre più abbarbicati ai deliri woke, al pensiero unico, alla caccia alle streghe, alla conflittualità permanente, alla ricerca spasmodica di un leader vero e non di un fantoccio. La correttezza politico istituzionale è  una tragica mission  tra i flussi di un mondo al contrario. Da qui a novembre negli Usa può succedere di tutto.  Ma è proprio questa prospettiva a spaventarmi di più. Perché nello spazio in cui si scontrano due mondi, volano bassi gli  avvoltoi e sono in opera bari, streghe e malvagi. Come in una tragedia shakespeariana.

 

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Mauro Carabelli

Giornalista

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