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Le macroniadi inquinate

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(mc) In quella cloaca delle olimpiadi parigine, e non mi riferisco solo alla qualità delle acque della Senna, che miracolosamente, nell’arco di 24 ore, si sono disinquinate, fa notizia l’aberrante scelta del Cio nell’ammettere gli atleti trans nella boxe femminile. Ora, è evidente anche ai più sprovveduti, che Imane Khelif, l’algerino(a) trans, nell’incrociare i guantoni con la nostra, indiscutibilmente donna, Angela Carini, sfodererà e picchierà con una ipertrofica massa muscolare propria di un fisico maschile, ma tant’è. Io confido, come tanti tifosi italiani, che Angela getti i guantoni e non accetti per protesta la sfida. Non salirà sul podio ma passerà alla leggenda. E noi abbiamo bisogno di gesti eclatanti per combattere questa disastrosa ideologia e tutta la cornice woke che la circonda, per ritornare a riaffermare un mondo di semplice normalità. Si dirà, attenzione che il concetto di normalità è assai relativo e viaggia su un terreno molto scivoloso. Certo, ma, nel dubbio, lasciamo a madre natura la capacità di esprimersi come ha sempre fatto e senza forzature. Purtroppo, la confusione di genere si è già impossessata delle olimpiadi queer che tanto piacciono a Macron. A maggior ragione, rifiutarsi di salire su quel ring è molto più esplosivo di una vittoria e vale assai più di una medaglia. Forza Angela!
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Mauro Carabelli

Giornalista

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