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Un bel dito medio

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(mc) Il francese Thierry Breton, commissario europeo nella commissione von der Leyen, ha nel presidente francese Emmanuel Macron la divina mano che lo ha indicato per un secondo mandato commissariale di cinque anni nella UE. Verrebbe voglia di esclamare un potentissimo ‘vaffa…’ quantomeno per il cinismo e l’arroganza in cui sono scolpiti i due. Infatti, manco il tempo di uscire di casa che il pupillo macroniano, non s’è lasciata sfuggire l’occasione di gonfiare il petto e ficcare il naso nella campagna elettorale americana con una missiva assai minacciosa a Elon Musk, invitandolo cioè a non diffondere nel Vecchio Continente fake news tramite X. Vabbè, si potrebbe dire, non ha fatto altro che ricordare, al di qua e al di là dell’oceano, il rispetto di determinate regole nel vasto e virale campo da gioco mediatico. Il punto è che l’uscita si è rivelata come una sorta di censura preventiva perché epistolarmente sparata a poche ore dall’intervista del magnate di Tesla a Donald Trump.
Non a caso, la stessa Commissione Europea, assai confusa e mostrando un certo imbarazzo, si è affrettata a precisare che non si è trattata di una sorta di «interferenza nelle elezioni statunitensi» e che la lettera di Breton è stata un’iniziativa personale non concordata «nei contenuti e nei tempi». Dunque, quello che doveva essere un perentorio altolà da parte del papavero della UE, alla fine, è stato derubricato a ruggito di coniglio. Tant’è che Elon Musk, forte del fatto di essere liberissimo di intervistare sul suo social network chi gli pare e piace, ha invitato l’improvvido commissario a farsi gli affari suoi twittandogli un articolato “fuck” che avrebbe atterrato un rinoceronte in corsa.
Morale: è evidente che l’elezione del presidente americano sia seguita spesso con irrefrenabile incontinenza. Ma, avviso agli sprovveduti sparatutto come Barrel: evitate almeno di farla controvento!
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Mauro Carabelli

Giornalista

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