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Viziare è di per se un vizio

viziare

(foto:bebeblog.it)

(di Anthony Fiani)

Quante volte abbiamo sentito madri, padri o nonni rimproverare figli o nipoti di essere troppo viziati?

Quante le volte in cui abbiamo sentito discorsi iniziare con “io alla tua età ero diverso, ora è cambiato tutto”?.

Cambiano le generazioni ma non cambia il vizio.

“Il vizio di viziare” è un giro di parole comune a chi si identifica in esso ovvero a chi, ormai adulto, ritiene di essere fin troppo accondiscendente con le nuove generazioni.

E’ radicato, in chi si rispecchia nella figura di genitore, il tendere a valutare il presente in base a ciò che in passato questi hanno o non hanno avuto.

Un continuo paragone tra presente e passato apre le porte verso un pensiero pessimista nei confronti delle nuove generazioni poiché non si tiene in considerazione il processo di cambiamento e di una nuova epoca storica in cui siamo oggi collocati.

Viziare, per molti, è sinonimo di dare troppo e acconsentire a tutto.

Essere costantemente permissivi e dire più si che no.

Questi vedono con occhio critico la situazione odierna dei giovani adolescenti e la proiettano nel futuro, in una condizione difficile in cui essi dovranno cimentarsi.

“Viziare allontana dalle responsabilità perché tutto è dovuto e c’è sempre qualcuno che ti sta dietro come un tutore. Ti porta a non apprezzare più nulla della vita, tutto diventa scontato. È come calpestare l’ autonomia di una persona, tenerlo costantemente per le dude e fare tutto al posto suo. Questo non fa progredire il bambino o adolescente che sia”.

Questa sopra citata e’ una delle dure considerazioni raccolte da chi vede l’argomento come un problema sociale.

Va tenuto conto che c’è anche chi, dall’altra parte, è a conoscenza del termine ma assume un comportamento decisamente contrario alla citazione precedente, poiché, dare a figli e nipoti ciò che non si ha avuto nella propria infanzia e nella crescita personale, risulta un gesto di altruismo e rispetto.

“È sbagliato viziare i figli ma è altrettanto errato privare loro di ciò di cui oggi, fortunatamente, possono usufruire, a patto che ci sia moderazione e gestione del tempo di utilizzo in modo consapevole”.

Ritengo che viziare porti a non prendere nulla per le redini, a “lasciarsi vivere dagli altri” senza essere protagonista principale della vita.

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Mauro Carabelli

Giornalista

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