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L’Indipendenza tra utopia e realtà

catalogna

(di Davide Bonamici)

Oggi nel mondo ci sono 205 stati, di cui 196 riconosciuti dalla Comunità Internazionale, ma potrebbero essere di più.

In tutto il globo ci sono tuttora un sacco di movimenti indipendentisti  che si estendono dalla Spagna e arrivano fino al medio oriente.

In Spagna le due regioni che si vogliono staccare dalla nazione sono il Paese Basco e la Catalogna. I primi non si sono mai considerati spagnoli e non hanno mai sopportato l’invasione e l’annessione subita nel 1512, ad opera della Castiglia.

I secondi è da anni che lottano per l’indipendenza e ultimamente ci sono state molte manifestazioni che hanno riempito le strade di Barcellona per staccarsi dal Paese.

Ma anche loro hanno subito il no da parte del parlamento.

Una terza Comunità Autonoma spagnola anni fa lanciò una piccola “minaccia” indipendentista, l’Andalusia. Ma alla fine lasciò perdere adducendo come ragione quella di aver subito maggiormente l’influenza di varie culture che attraversarono la Spagna nei secoli passati.

Ora passiamo in Inghilterra, dove due nazioni vorrebbero staccarsi dal Regno Unito, la Scozia (che ha fatto un referendum nel 2014) e l’Irlanda del Nord.

Gli scozzesi fecero un referendum il 18 settembre 2014. Vinsero gli unionisti con il 55,3% dei voti, contro il 44,7% dei separatisti, questi ultimi furono poi insultati e subirono due atti di violenza da parte dei vincitori unionisti.

In Irlanda del Nord ora tutto è calmo, ma anni fa gli attacchi terroristici dell’IRA accadevano tutti i giorni. Vero, l’Inghilterra esagerò con l’invasione di tutto il suolo irlandese grazie a Margaret Thatcher e alla regina Elisabetta che fece finta di niente, ma tutti quegli attentati furono sbagliati perchè colpirono troppe persone, soprattutto ragazzi giovani e innocenti. L’Inghilterra soppresse alcune manifestazioni pacifiche come la domenica di sangue a Derry nel 1972 (Bloody Sunday).

Tra la Francia e l’Italia c’è un’isola che si chiama Corsica, dal 1769 appartiene alla Francia, ma la maggior parte dei cittadini corsi non si sentono francesi. Negli anni precedenti ci sono state molte proteste e l’isola è una delle regioni più depresse e afflitta da problemi sociali causati dallo stato francese. I cittadini sperano in un referendum per l’indipendenza entro il 2017.

Anni e anni di conflitti e una guerra nel 1999, si sta parlando del Kosovo, che anche oggi è conteso tra Serbia che lo vorrebbe legato a sé e Albania, piena libertà kosovara.

La maggior parte dei kosovari si sente albanese, tant’è che l’Albania né ha riconosciuto l’indipendenza nel 2010. Nella regione più a nord, invece, vorrebbero che il Kosovo fosse serbo ma la Serbia stessa è dal 1996 che si rifiuta di concedere la libertà al Paese. Ci sono anche due piccole minoranze montenegrine e macedoni che si sentono tuttavia estranee alla questione.

Ultimamente si è parlato dell’Ucraina, sembra che la Russia, con Putin, voglia riprenderne il possesso. La nazione ha subito molti bombardamenti e la regione del Donbass è occupata dai filorussi che ricevono armi dall’esercito russo.

Sempre in Russia c’è la Cecenia, la regione musulmana è da anni che chiede l’indipendenza e Putin, mobilitando l’esercito, ha commesso atti di violenza e omicidi di massa per negarla. Una giornalista, Anna Politkovskaja, che ha scritto interi articoli giornalistici per denunciare questi orrendi fatti, fu uccisa il 7 ottobre 2006, giorno, tra l’altro, del compleanno di Vladimir Putin.

Tra la Turchia, la Siria, l’Iran e l’Iraq c’è il Kurdistan.

I curdi tutt’ora sono impegnati in un attacco via terra contro l’Isis e anche nel salvataggio dei civili catturati dal sedicente stato islamico, ma in Turchia il clima è caldo.

Da settembre i curdi chiedono più rispetto nei propri confronti e più partecipazione alla vita politica, ma la Turchia risponde sempre sopprimendo con la forza le manifestazioni nel 98% dei casi pacifiche. Pochi giorni fa è stato ucciso a Diyarbakir l’avvocato filocurdo Tahir Elçi, da questo fatto sono nate nuove manifestazioni sempre soppresse violentemente dall’esercito turco su mandato del premier Erdogan.

Ho elencato i maggiori stati che chiedono l’indipendenza, ce ne sarebbero altri, ma elencarli tutti sarebbe occuperebbe molto spazio: da quelli che hanno ideali liberi a quelli che se dovessero ottenere la libertà, fonderebbero nuove entità statali (Padania, Stati del Sud degli Usa, quasi tutti gli ex Stati Confederati).

La libertà dovrebbe essere il diritto principale di ogni uomo, negarla e sopprimere le manifestazioni per essa è da uomini mentalmente chiusi, che usando la violenza pensano di mettere fine alle voci indipendentiste, ma queste devono crescere e dimostrare che nessuno può spezzare la voce di chi chiede di essere libero.

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Mauro Carabelli

Giornalista

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