(di Desiree Lanzani)
Il tuo non è stato un perire improvviso, ma una lenta agonia.
Solo un anno fa un’analisi sulla tua natura nella stampa ha classificato il nostro bel Paese al 65° posto su 199 stati analizzati e un anno dopo la situazione non è migliorata. L’Italia risulta ancora uno dei paesi in cui la stampa è solo parzialmente libera, ma d’altronde come può esserlo finchè chi governa il nostro paese è anche il proprietario del quarto e del quinto potere?
Il rapporto della Freedom House pubblicato nell’Aprile di quest’anno parla chiaro, l’Italia ha ottenuto 31 punti su 100.
Il punteggio è attribuito valutando separatamente quanto siano favorevoli alla libertà di stampa tre contesti: il contesto giuridico (in cui l’Italia consegue 12 punti), il contesto politico (10 punti) e il contesto economico (9 punti).
Non meno arduo è stato il tuo percorso nella storia della nostra natura, perennemente ostile nei confronti di chi non appartiene al nostro gruppo. Natura che porta a voler annientare pensieri differenti dai nostri attraverso un lungo processo evoluzionistico che in maniera deviata ha ormai portato la tendenza di riconoscere come nemici gli individui che non appartengono al nostro gruppo ristretto.
Anche lo strumento principe che si inneggia a tuo primo seguace, altro non è che una rete di insidie digitali in cui un opinione facilmente si trasforma in verità abolizionista.
Troppo spesso il tuo nome è stato distorto e utilizzato impropiamente per portate avanti guerre che hanno distutto ogni principio democratico.
Arduo è stato il tuo cammino ma per fortuna la tua fiamma non si è ancora spenta e questo coccodrillo può ancora rimanere archiviato tra i file “da pubblicare in caso di”, perchè come cantò un giovane nel 1980 rimane viva la speranza di “Emancipate yourselves from mental slavery none but ourselves can free our minds”
