0

Nella gioia e nel dolore l’Italia si è riscoperta unita

italiani

(di Rebecca Manzi)

L’estate del 2016 si sta concludendo ed è stata ricca di avvenimenti, nel bene e, purtroppo e soprattutto, nel male.

Ormai le scuole e, alla spicciolata, le università sono rincominciate, gli uffici e le fabbriche hanno riaperto ed è dunque tempo di bilanci.

Volendo sintetizzare in un’unica frase questi tre mesi appena trascorsi si potrebbe affermare: l’Italia si è riscoperta unita.

Il primo segnale lo abbiamo avuto con gli Europei di calcio in Francia. Infatti, benché molti si dicessero scettici, le città si fermavano e si svuotavano in occasione delle partite della Nazionale Italiana. Iniziate con molta diffidenza e poca fiducia, tutti a poco a poco ci siamo appassionati alle gesta di una delle squadre rivelazione del torneo, i cui match hanno tenuto col fiato sospeso milioni di italiani incollati al televisore. Prima il 2 a 0 sul Belgio, la squadra che – a detta di tanti – ambiva ad arrivare sino in finale e poi la riconferma con la Svezia hanno portato al passaggio della fase a gironi con una partita di anticipo, situazione a dir poco insperata fino a pochi giorni prima, con una squadra che aveva ben poco a che fare con i campioni del 2006. L’abbinamento con la Spagna campione d’Europa ha fatto temere il peggio, ma ecco un sonoro 2 a 0 che ha inorgoglito e ha fatto sognare tutti. Nonostante gli Europei siano terminati ai quarti di finale con l’amara sconfitta ai rigori – non senza rimpianti – con una delle avversarie di sempre, la Germania, sono piovuti più plausi e riconoscimenti che critiche. Nel frattempo le bandiere tricolori sono spuntate ovunque sui balconi e fuori dalle case e sono rimaste esposte ben oltre l’eliminazione, a testimonianza di quanto il calcio possa far riemergere un sentimento nazionale che spesso rimane sopito per troppo tempo.

Lo sport ha continuato ad unire il nostro Paese anche nel mese di agosto, quando è arrivato il tempo delle tante attese Olimpiadi. Nonostante la grande delusione per la caduta sul finale – quando era tra i primi – del ciclista Vincenzo Nibali, gli italiani si sono sempre più riscattati. Spettacolari l’oro di Gregorio Paltrinieri nei 1500 stile libero, il 200 esimo oro della storia olimpica azzurra nel Judo con Fabio Basile, i due ori di Niccolò Campriani nel tiro a segno e nella carabina da 50 metri e quello di Elia Viviani nell’Omnium di ciclismo su pista.  Emozioni a non finire con Tania Cagnotto, atleta simbolo dell’Italia che, alla sua ultima olimpiade, ci ha regalato un argento con Francesca Dallapè ed un bronzo nella gara individuale, dietro alle inarrivabili cinesi nei tuffi. Fino all’ultimo abbiamo seguito con il batticuore le partite della pallavolo maschile, della pallanuoto femminile e del beach volley maschile, conclusasi tutte e tre con argenti mai pensabili ad inizio Olimpiade. Un bilancio più che positivo, ben al di sopra alle aspettative, che alla fine conta 28 medaglie – 8 d’oro, 12 d’argento e 8 di bronzo – e che vale all’Italia il nono posto assoluto nel medagliere dietro a Paesi molto più grandi del nostro. Ancora una volta tutti insieme abbiamo cantato l’Inno di Mameli sul gradino più alto del podio e tutti insieme ci siamo rammaricati per i tanti quarti posti che avrebbero potuto arricchire il bottino olimpico molto di più.

Ma, purtroppo, quest’estate è anche stata segnata da due gravi eventi che ci hanno unito nel dolore.

Il primo è avvenuto il 12 luglio in Puglia, con uno scontro tra due treni che ha avuto luogo tra le stazioni di Andria e di Corato. L’incidente ha causato la morte di ventitré persone ed il ferimento di una cinquantina di passeggeri ed ha provocato dolore e sgomento da nord a sud. In molti si sono chiesti come sia possibile che ancora, nel 2016, il passaggio dei treni sia regolato dalla mano umana e che buona parte delle ferrovie sia a binario unico. Tutta Italia quel giorno e nelle giornate successive si è fermata ad osservare attonita le immagini di quello che sembrava un vero e proprio attentato terroristico, con lamiere ovunque. La solidarietà più grande è stata però dimostrata dalle centinaia di persone in coda per ore in piena estate fuori dagli ospedali, soprattutto della Puglia, in attesa di donare il sangue per aiutare i feriti.

Ciò che più ha unito il nostro Paese è però successo il 24 agosto, un giorno e delle immagini che saranno difficili da dimenticare per chiunque.

Alle 3.36 del mattino la terra ha tremato per 142 interminabili secondi nel Centro Italia. Una scossa di terremoto di magnitudo 6.0, seguita da centinaia di scosse di assestamento anche superiori a magnitudo 5.0,  ha letteralmente raso al suolo i comuni di Amatrice e di Accumuli, nel Lazio, e di Pescara del Tronto, nelle Marche. Di questi paesi non esiste più nulla e per giorni si è scavato tra le macerie per tentare di recuperare persone vive. I morti, ed il numero continua ancora ad aumentare nonostante sia passato quasi un mese, sono arrivati a 297.

Amatrice, rinomata in tutto il mondo per la famosa pasta all’amatriciana, è stato il comune maggiormente colpito, sia per il numero di deceduti – 235 – che per i danni subìti. Il Centro storico è stato quasi interamente devastato e molti edifici pubblici, tra cui la scuola, risultano inagibili.

Anche Pescara del Tronto, frazione di Arquata, è un paese fantasma ed il terremoto si è portato con sé 51 vite.

Intere famiglie non esistono più, centinaia di persone non hanno più una casa dove poter vivere e sono costrette a passare le notti, ormai molto fredde ed ancora segnate da scosse anche molto forti, in tendopoli di emergenza allestite dalla Protezione Civile.

Ma è proprio grazie al Dipartimento che si è vista la solidarietà e la generosità di tutta l’Italia. Infatti la Protezione Civile, in accordo con vari operatori di telefonia fissa e mobile, ha attivato il numero solidale 45500 a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto. Grazie alle chiamate ed agli sms sono stati raccolti circa 14 milioni di euro nelle prime tre settimane. Parallelamente anche il Corriere della Sera insieme al Tg La7 ha lanciato una raccolta fondi simile, che ha superato i 4.7 milioni di euro donati.

Non sono poi mancate le iniziative delle persone più famose, che hanno deciso di devolvere ingenti somme di denaro o di mettere all’asta medaglie e magliette firmate per poter aiutare le popolazioni del Lazio e delle Marche.

Centinaia di volontari sono partiti sin dalle prime ore del mattino del 24 agosto per aiutare i residenti del luogo a scavare tra le macerie, anche a mani nude. Toccanti i momenti di salvataggio, ma allo stesso tempo strazianti gli occhi e le voci di chi è consapevole di essere arrivato troppo tardi.

Tanta anche la solidarietà dei bambini, i più colpiti dal terremoto, che hanno fatto pervenire migliaia di giochi ai loro coetanei del Centro Italia.

Tutti quest’estate abbiamo cercato di fare la nostra parte per spingere sempre più in alto i nostri campioni ed i portacolori della nostra Nazione, ma anche e soprattutto per dare sostegno ai nostri connazionali, dimostrando che siamo e saremo sempre un unico popolo ed un’unica anima.

Un Paese ed un cuore solo, che batte all’unisono, nella gioia e nel dolore.

 

Share Button

Mauro Carabelli

Giornalista

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *