(mc) “Confidiamo nella giustizia e nella imparzialità dei magistrati”. Quante volte abbiamo sentito ripetere prudenzialmente questa litania da parte di inquisiti, loro avvocati, gruppi e fiancheggiatori politici, all’inizio di indagini spesso delicatissime nei confronti dei relativi sodali. Confidare, cioè riporre la massima fiducia, presuppone che il beneficiario a cui affidiamo la nostra sorte sia talmente al di sopra delle parti da non temere che il suo operato sia viziato da leggerezza professionale, o peggio, da condizionamenti ideologici e correntizi. Ora, stando agli umori che provengono, ormai da tempo, trasversalmente dalla maggioranza degli italiani, in pochi sarebbero disposti ad appoggiare in tutta tranquillità la testa sui piatti simmetricamente in equilibrio della nota bilancia. Salvo non spingerci le teste dei propri avversari politici ignorando, sovente in malafede, la fragilità dei presunti “delitti” di cui sono accusati. Non sto a riesumare la ghigliottina giudiziaria che mise fine alla prima Repubblica. Né voglio elencare le decine e decine di esasperanti gravami giudiziari ridimensionati dopo anni di agonia da parte dei malcapitati di turno. Direi che, degno di quest’ottica strabica, sia Il caso emblematico capitato al Governatore della Liguria, Giovanni Toti, privato delle sue libertà istituzionali e personali sebbene non ci sia ancora a suo carico alcuna sentenza passata in giudicato. E’ ormai impressione diffusa che ci si trovi di fronte, per dirla eufemisticamente, a provvedimenti abnormi. Tesi avvalorate anche dai pareri di vari costituzionalisti e da quello molto argomentato, ma praticamente ignorato, dell’ex Giudice della Corte Costituzionale Sabino Cassese. Ad alimentare il clima di sospetto, è anche la grana esplosa nel Csm dopo che le consigliere laiche Claudia Eccher e Isabella Bertolini hanno chiesto l’apertura di una pratica per verificare se sussistono a carico dei magistrati che compongono il Tribunale del Riesame di Genova “profili di illecito disciplinare per abnormità, illogicità della motivazione ed emissione di un provvedimento restrittivo della libertà personale fuori dai casi consentiti dalla legge”. Ma ciò che rende ancor più diffidenti è la mobilitazione da parte del gruppone di sinistra con Schlein, Conte, Fratoianni, Bonelli ecc. che si danno appuntamento in piazza a Genova per chiedere a gran voce le dimissioni di Toti. Legittimo, ci mancherebbe! Ma la tempestiva richiesta è, di fatto, in sintonia con l’indilazionabile volontà degli inquirenti genovesi di non concedere al Governatore della Liguria la libertà dagli arresti domiciliari. Sembrerebbe, CONDIZIONALE D’OBBLIGO, che ci sia una sorta d’allineamento di vedute non solo nel merito.
A pensar male si fa peccato, ma…