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La democrazia del “Grillo”

 

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di Franz Foti

L’imperatore Augusto votava per primo, gli altri dovevano accodarsi

Il Movime5Stelle era nato per rompere gli schemi mefitici della politica e del partitismo di stato. Voleva fare pulizia “etica” mandando a casa i corrotti e instaurare davvero una sana democrazia, sia pure interpretata secondo la concezione della rete. Grillo era considerato leader indiscusso del “suo” movimento.

Il Movimento5Stelle fondava la sua forza sul superamento degli steccati ideologici che hanno ingabbiato la democrazia da alcuni decenni e sul principio democratico che “uno vale uno”. Ora Grillo si trova a gestire degli uomini di potere/cittadini, costruiti a sua immagine e somiglianza, secondo gli stessi principi che avrebbe voluto sradicare. Peggio, perché il dissenziente viene accompagnato dal dileggio.

Ora scopriamo che la sua concezione della democrazia si è evoluta seguendo grosso modo questo andamento:

principio numero uno: io sono il padrone del movimento e chiunque non lo riconosca sarà scaraventato fuori da esso e accompagnato da indegnità morale;

principio numero due: la “pulizia etica”, da farsi valere contro i corrotti e i privilegiati, si può trasformare in “pulizia etnica” all’interno del movimento qualora si dissenta dagli indirizzi del capo bifronte (perché in cima al potere c’è anche il silenzioso e inesorabile Casaleggio);

principio numero tre : la democrazia in rete è vitale; si possono fare consultazioni per decidere (vedi delegazione che ha incontrato Renzi), ma poi è Grillo che stabilisce che è meglio esibirsi in uno show in streaming piuttosto che interloquire, dissentire, condividere o proporre in nome degli interessi del paese; il capo bifronte è lui;

principio numero quattro: la dizione “uno vale uno” viene brutalmente disattesa trasformandosi in uno non vale niente e tutti valgono Grillo/bifronte;

principio numero cinque: la coerenza fra il dire e il fare rappresentava un caposaldo del movimento; possiamo abbassare la M maiuscola in minuscola, come fanno le agenzie di rating, perché i principi fondativi della democrazia secondo Grillo somigliano molto, nel fare, a quelli dell’imperatore Augusto che votava per primo per influenzare e indurre gli altri a seguirlo, controllando il loro comportamento di voto per poi regolarsi nella vendetta in caso di dissenso manifesto.

Scopriamo oggi che si può essere “talebani” invocando la democrazia se vale solo per gli altri e che si può essere capi padrone, come si è già visto per altri esponenti politici, richiamandosi ipocritamente alla democrazia e ingannando gli elettori che si aspettavano ben altro da un movimento che avrebbe dovuto ripristinare la dignità di un popolo e della politica in nome delle nuove generazioni.

Purtroppo abbiamo visto le nuove generazioni, approdate in parlamento in maniera discutibile, essere caricate come i burattini di latta cui si dava la “molla” per muoversi sempre allo stesso modo e secondo quanto aveva stabilito “il costruttore”, clonandoli a sua immagine e somiglianza. Nuove generazioni cariche di pedissequità, di sarcasmo gratuito e volgare, di rabbiosa contrapposizione verso la diversità, pervase da un’arroganza che non doveva essere il nutrimento del “nuovo” e mancando persino del minimo sindacale dell’ironia e dell’autoironia.

A queste generazioni che ci rappresentano in parlamento è giusto dire di tornarsene a casa per dedicarsi a mestieri e svaghi di loro gradimento. Il Paese ha bisogno di altro, che va costruito con l’astuzia della volpe, la forza e la perseveranza del leone per rimuovere gli ostacoli, ma, e soprattutto, con il collo della giraffa per guardare più avanti degli altri, costruendo le prospettive che mancano.

Per questo guardavo con interesse alla nascita del “vostro” movimento, mentre adesso mi pervade un senso di tristezza e d’inquietudine proprio perché voi, cari grillini, rappresentavate una speranza.

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Mauro Carabelli

Giornalista

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