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MARIO DAL PRA E L’ASPETTO RELIGIOSO DI UN FILOSOFO

dal praTRA FILOSOFIA E RELIGIONE

(Di Guerra Cinzia) Nei giorni 30 e 31 ottobre 2014 si è tenuta in Aula Magna di Via Ravasi dell’Università degli studi dell’Insubria a Varese un convegno internazionale dedicato a “La filosofia nella storia della filosofia e della scienza: Mario Dal Pra alla scuola di Milano”, promossa da Fabio Minazzi professore di Filosofia Teoretica all’università dell’Insubria.

Interessante la parte in cui la filosofia di Dal Pra è stata rivisitata nei suoi intrecci con i valori cristiani. A tal proposito, nel pomeriggio, è intervenuto il professore Italo Francesco Baldo del liceo “Pigafetta” di Vicenza che ha trattato il tema del rinnovamento sociale nel giovane Mario Dal Pra alla luce della morale ceristiana.

“Per Dal Pra – secondo il professor Baldo – il cristianesimo era un impegno sociale, il suo, un cattolicesimo indipendente”.

Nato in una famiglia di umili origini, Dal Pra resta presto orfano. Capace negli studi vince il concorso ed entra nel seminarietto, ma all’interno non essendoci il liceo tiene gli esami a Verona diplomandosi con encomio. Finito il liceo si avvia agli studi filosofici, sempre però con una formazione cattolica. Si laurea e si impiega nell’Istituto Magistrale dove ai suoi allievi faceva leggere soprattutto i testi, più importanti dei manuali.

Dal 1936 al 1943 legge testi filosofici su S. Agostino e a Verona conosce Michele Lecce e incontra anche Bonatelli con il quale pubblica la rivista “Segno dei tempi” di cui Dal Pra diventa vicedirettore attaccando il solipsismo e la falsa ideologia.

Centrale nel pensiero di Dal Pra la necessità di partire dai soggetti e che “l’io” è una moltitudine di soggetti in una dimensione e attenzione morale fino alla fine capace di produrre un uomo nuovo, quello di cui parlano S.Paolo e S. Agostino.

Il 1948 è l’anno cruciale per Dal Pra, perché scrive quattro opere, una in particolare sulla conferenza di Todi, di impegno politico dal punto di vista cristiano.

Si fa apostolo delle libertà sottolineando l’importanza di quella rivoluzione morale che ha unito grecità e romanità. In particolare, l’ispirazione a S. Paolo e S. Agostino non sono scontati, hanno un  grande peso sulla morale umana. Ed è la morale che fa nascere la politica: “è la morale che conta, non la politica”. L’intervento del prof. Baldo ha toccato poi il tema dell’Evoluzionismo e della cattiva reazione degli Arcivescovi a Vicenza per quanto riguarda il modernismo della scienza, la posizione di Pio X e l’Enciclica di Papa Pacelli che non era contro la scienza, anzi. Nella giornata del 31 ottobre sono intervenuti sempre sul tema “Dal Pra e religione” il professore Massimo Parodi, il professore Emanuele Ronchetti e per ultimo il professore Roberto Radice.

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Mauro Carabelli

Giornalista

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