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Crosby Stills & Nash:la magia del rock West Coast

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Servizio della nostra “Viandante Musicale”   Veronica Perazzolo.

Nella serata di giovedì primo Ottobre, sul palco milanese del Teatro degli Arcimboldi, si sono esibiti David Crosby, Stephen Stills e Grahm Nash, il trio che ha contribuito a scrivere il grande libro della storia del rock.

Non è facile riportare a parole l’emozione che questi tre uomini attempati sono stati in grado di trasmettere.

Il loro ingresso è stato mesto, quasi in punta di piedi, ( scalzi, nel caso di Nash), prima di esplodere nella meraviglia, con i loro capolavori di genialità e bellezza che ti colpiscono dritto al cuore.

Si è respirata a pieni polmoni quell’aria di speranza, cambiamento e rivoluzione che sbocciò e fiorì nella “ summer of love” quella famosa estate d’amore, fiori e tanta buona musica.

Neanche l’ombra di quel decadentismo che annebbia gli sguardi delle nuove generazioni, ma che nel loro caso, pare sfiorare i loro corpi ma non il loro temperamento che esplode nella voce ancora piena di vigore.

L’anello di congiunzione tra questi tre personaggi – più un quarto, Neil Young, dalla genialità dominante ma altalenante nella presenza – è Joni Mitchell, allora fidanzata con David Crosby che colse, durante un pranzo informale, il perfetto connubio delle loro voci, e ci aveva preso la ragazza!

Quei giovanotti, poco più che maggiorenni che hanno avuto la fortuna di salire sul palco di Woodstock, conquistando l’America, sono saliti sul palco di Milano, quarant’anni dopo, con il medesimo spirito spontaneo, vivace, genuino che, si dice, dovrebbe appartenere solamente ai giovani cuori, non ancora segnati dalle sofferenze della vita.

Le voci sono rimaste tali, un po’ tremolante quella di Stills che però suona ancora la sua Stratocaster come un demonio: vibrazioni di pura energia.

Alle loro spalle, una band di supporto con gli attributi “ non abbiamo mai avuto una band così” esordisce Nash verso metà concerto.

Si sono mossi toccando brani del loro sconfinato repertorio, compreso qualche singolo più recente.

E hanno concluso con la famosa “ teach your Children”, che parla di confronto, di unione, quasi fuori tema per quegli anni, in cui si cercava la rottura generazionale con i padri. “Insieme si va da qualche parte, magari non tanto lontano, ma almeno non si sta fermi”.

Prima di dire addio al palco, con grande stupore di tutti i presenti, hanno riproposto  la meravigliosa “ Sweet Judy Blue eyes”, che portarono live per la prima volta proprio su quel palco del ’69.

Otto minuti di intensità: il pubblico si alza, canta con loro, si commuove, mi commuovo con quella canzone che parla dell’amore fugace con un finale amaro tra Stills e la cantautrice Judy Collins, dai penetranti occhi blu per l’appunto.

Tale folle amore, diede origine a quest’opera di straordinaria bellezza.

“We wish you Peace” le loro ultime parole, prima di scomparire nel buio delle quinte.

L’autenticità della bellezza esiste davvero ed è il caso della loro musica, in grado di commuovere un cuore ai suoi albori come uno sulla via del tramonto.

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Mauro Carabelli

Giornalista

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