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L’Insubria festeggia i 25 anni di Radio Missione Francescana

 

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(di Rebecca Manzi) Nella mattinata del 23 ottobre 2015, nell’aula magna del Collegio Cattaneo, si è svolto un convegno – organizzato dal corso di Scienze della comunicazione – per festeggiare i 25 anni di Radio Missione Francescana.

A moderare l’incontro è stato Fabio Minazzi, docente di Filosofia Teoretica e Presidente del Corso di laurea, il quale ha sottolineato lo spirito di apertura della Radio che, nonostante la sua ispirazione cattolica, ha sempre mantenuto un intenso dialogo anche con chi religioso non è.

Minazzi, per anni a sua volta collaboratore e speaker per Radio Svizzera Lugano, ha poi auspicato la firma di un’opportunità di stage per gli studenti di Scienze della Comunicazione./

L’aula, gremita, è stata animata dal primo intervento del fondatore di Radio Missione Francescana, Frà Gianni Terruzzi, che ha raccontato di come, nel lontano 1985, abbia avuto l’idea di istituire una radio mobile. Quest’avventura – iniziata in modo del tutto clandestino, trasmettendo prima in una roulotte e poi in un camper in giro per le parrocchie lombarde –  è sfociata nel 1990 nella fondazione vera e propria della Radio, a seguito della Legge Mammì.

Oggi la Radio, con sede nel convento dei frati cappuccini di Viale Borri a Varese, conta circa 7-8 frequenze in tutta la Provincia e oltre – trasmettendo anche nel Novarese e nel Verbano Cusio Ossola – ha tre studi di registrazione e una rivista. Terruzzi ha concluso con un’esortazione agli studenti presenti, affermando che un buon comunicatore deve avere tre caratteristiche fondamentali: professionalità, passione per la vita e soprattutto mai smettere di stupirsi di ciò che ha davanti.

Dopo di lui ha parlato Antonio Maria Orecchia, professore di Storia Contemporanea presso l’Università dell’Insubria, esaminando il fenomeno delle radio libere, scoppiate in Italia in un contesto davvero particolare.

Ci troviamo nel 1976, in piena contrapposizione tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano, con il rischio di un clamoroso sorpasso da parte del PCI sulla DC, immersi nella crisi economica e scioccati dallo scoppio del terrorismo rosso e dalla strategia della tensione attuata da gruppi legati all’estrema destra.

Proprio in questo momento nascono le radio libere, prima illegalmente e a carattere locale, poi diventando di portata nazionale. Nel solo 1976 – anno della sentenza della Cassazione sulla liberalizzazione dell’etere – sono 1176, per arrivare a oltre 2500 nell’anno successivo.

Orecchia ha classificato queste Radio secondo tre modelli fondamentali: commerciali (citando RDS o Radio Italia Solo Musica Italiana); associative (come Radio Pace, di ispirazione cattolica) e infine politiche (legate a partiti soprattutto di sinistra quali Radio Popolare, Radio Radicale con Marco Pannella, Radio Alice e Radio Onda rossa).

I motivi di questo fenomeno, secondo il Professore, sono rintracciabili nel bisogno di supplire alle carenze del servizio pubblico – Radio Rai – tradizionalmente troppo legata alla DC. Queste Radio si caratterizzavano infatti per la non professionalità, l’impegno e per essere degli strumenti di controinformazione e controcultura.

A questo punto la parola è passata a Franco Tettamanti che, dopo aver iniziato a Radio Varese, ha poi proseguito la sua carriera giornalistica scrivendo per La Repubblica e Il Corriere Della Sera. L’intervento di Tettamanti si è proprio concentrato su Radio Varese, che si occupava principalmente di cronache di sport locali, primo tra tutti il basket. Anch’egli ha chiuso rivolgendosi agli studenti, consigliando loro di non credere mai a chi dice che non sia più tempo di mettersi in gioco.

A seguire ha parlato Alberto Mentasti, speaker per Radio Rai dopo aver iniziato con Radio SuperVarese, coadiuvato dal caporedattore di Radio 2 che si è concentrato sulla musica trasmessa negli anni ’80 che si racchiudeva principalmente in tre filoni: rock, cantautorale e antropologica (musica popolare). Egli ha affermato che quel passato oggi sta ritornando e, a dispetto siano passati molti anni, si assiste ora a diverse reunion di gruppi storici e a “rinascite” di cantanti.

Dopo una breve pausa ha preso la parola Luigi Ambrosio di Radio Popolare. Ambrosio si è concentrato sull’unica sopravvissuta tra le radio lombarde nate nella fine degli anni ’70. Radio Popolare ha infatti trasmesso per la prima volta il 24 dicembre 1975 e continua tuttora ad operare. La Radio ha ormai perso il suo carattere iniziale politico schierata a sinistra e ha recentemente subito un processo di rinnovamento, con la realizzazione di un moderno sito web dotato di streaming. Secondo Ambrosio le ragioni di questa lunga “vita” sono anche da imputarsi alla modalità di partecipazione che caratterizza la Radio, attraverso un costante dibattito con gli ascoltatori.

Sul palco si è poi avvicendato Fausto Bonoldi, della Prealpina, che ha raccontato di come la concorrenza di queste radio libere locali, prime tra tutte Radio Varese e Radio SuperVarese, abbiano dato impulso al quotidiano nello scrivere notizie fresche e tempestive.

A conclusione Stefania Barile e Paolo Giannitrapani, del Centro Internazionale Insubrico, hanno esposto il programma radiofonico “Filosofia per tutti”, realizzato in collaborazione con Radio Missione Francescana e con il Progetto Giovani Pensatori, che si occupa di letture filosofiche e scientifiche. Quest’anno verranno trattati testi di Bertrand Russel e Carlo Rovelli.

 

Questa conferenza può essere un ottimo stimolo anche per un progetto nato all’interno della stessa Università degli Studi dell’Insubria, dove gli studenti hanno dato vita a una web radio universitaria, Flusso 98. Stay tuned!

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Mauro Carabelli

Giornalista

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